Pirandello in salsa georgiana È “La tartaruga” di Tsuladze

Rimini

BOLOGNA. È stata presentata all’Arena del Sole di Bologna la nuova produzione teatrale Ert. È “La tartaruga” ideata dal regista georgiano Levan Tsuladze a partire dall’omonima novella di Luigi Pirandello; novella contenuta nel libro “Una giornata” che raccoglie quindici racconti, selezione del famoso volume “Novelle per un anno”. Lo spettacolo, in collaborazione con Kote Marjanishvili State Drama Theatre, di cui il regista caucasico è direttore artico, debutta in prima giovedì 24 novembre alle 21 a Bologna, con repliche sino a domenica 27. Da giovedì 1 dicembre a domenica 4 sarà al Bonci di Cesena.
Sei i protagonisti italiani diretti da Tsuladze che disegna pure luci e scene. Martina Agostini è l’aiuto regista. Nato nel 1965, il regista già una ventina d’anni fondò il primo teatro indipendente della Georgia, il Basement Theatre; dal 2006 dirige il Kote Marjanishvili. Considerato un creativo controcorrente, riconosciuto tra le figure di maggior rilievo del teatro georgiano, ha realizzato più di 40 spettacoli. Per Ert aveva firmato un anno fa “Memorie di un pazzo” di Nikolai Gogol, con attori italiani e georgiani insieme.
Nel bissare la collaborazione con Ert, Tsuladze anticipa a suo modo l’anniversario pirandelliano, i 150 anni della nascita (1867) che si celebrano l’anno prossimo. Lo fa con un testo minore, addirittura una breve novella, dal soggetto curioso, quale è quello di una tartaruga. Pretesto doppiamente insolito, per l’affermazione che a inizio testo attribuisce a questo animale un ruolo di porta fortuna. La fortuna induce nella novella il marito protagonista ad acquistare con gioia una tartaruga, credendo di fare dono gradito alla sua famiglia. Ma i due figli non apprezzano, mentre la moglie, una volta scoperto l’animale in casa, si rivolge chiara al marito dicendo «o via la tartaruga, o me ne vado io».
Lo spunto ironico spinge Tsuladze a rileggere la novella con taglio umoristico e profondo. Il regista scandaglia incomunicabilità e sentimenti, porgendo contenuti profondamente umani celati nella breve metafora.
Resta curiosa e un po’ incomprensibile la scelta celebrativa dell’affermato regista; ricordare Pirandello partendo da un racconto minore anziché dai suoi drammi teatrali più famosi. Il regista: «Non conoscendo l’italiano – ha spiegato a Bologna –, sarebbe stato molto complicato per me mettere in scena un testo scritto per il teatro, denso di sfumature linguistiche. Scegliendo invece una novella, mi sono potuto basare solo su quanto “accade” nel testo».
Sulla motivazione del perché fra le tante novelle proprio “La tartaruga”, Tsuladze ha sorpreso ancora di più: «Può sembrare strano, ma ho letto questo racconto da bambino, quando andavo a scuola. Devo averci fantasticato sopra perché mi è rimasto più impresso di altri. “La tartaruga” contiene poche cose “dette” e quindi mi sono sentito libero di lavorare sulla drammaturgia con grande scioltezza».
A proposito del concetto di superstizione che la novella sollecita: «Credo che questa novella parli dell’amore infelice e della solitudine. Entrambi i protagonisti vivono sofferenze. In questo senso assomiglia molto a certi racconti di Anton Cechov; quando, con tenera e leggera ironia, l’autore raccontava storie molto drammatiche».
Info: 0547 355959

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