Nicola Samorì, Yuri Ancarani, Stargate e Italo Zuffi: ecco la pattuglia romagnola a Roma

Rimini

RIMINI. Una mappa delle arti visive in Italia oggi. Si intitola Altri tempi, altri miti la 16ª Quadriennale d’arte di Roma che torna al Palazzo delle Esposizioni dal 13 ottobre all’8 gennaio.


Si tratta della storica nonché unica esposizione istituzionale dedicata al contemporaneo italiano, che il ministro Dario Franceschini ha voluto rilanciare dopo 8 anni. Con un budget di 2 milioni di euro sono stati chiamati a raccolta dagli 11 curatori 99 artisti, presenti con 150 opere, di cui 60 nuove e le restanti quasi tutte realizzate negli ultimi due anni.
I curatori (Simone Ciglia e Luigia Lonardelli, Michele D’Aurizio, Luigi Fassi, Simone Frangi, Luca Lo Pinto, Matteo Lucchetti, Marta Papini, Cristiana Perrella, Domenico Quaranta, Denis Viva), selezionati da una giuria esterna interdisciplinare, appartengono così come gli artisti alla generazione dei 30-40 enni.


Il titolo, Altri tempi, altri miti, è una citazione dello scrittore Pier Vittorio Tondelli (1955-1991), tratta dalla raccolta cult Un weekend postmoderno, frammentaria narrazione dell’Italia degli anni Ottanta. Allo stesso modo anche questa Quadriennale vuole simbolicamente dare conto – attraverso dieci sezioni – delle produzioni artistiche e culturali dell’Italia degli anni Duemila. Linguaggi molteplici che sono rappresentati anche da alcuni artisti romagnoli.


Nella sezione I would prefer not to/Preferirei di no, Simone Ciglia e Luigia Lonardelli presentano autori portati come esempio di un’attitudine diffusa nel mondo dell’arte oggi, cioè il sottrarsi, il resistere a codificazioni identitarie. La frase scelta per titolo è la risposta con cui lo scrivano Bartleby, protagonista del racconto di Melville, si nega progressivamente alla vita attiva. È qui che troviamo Nicola Samorì (Forlì, 1977. Vive e lavora a Bagnacavallo), straordinario, potente e raffinato pittore “di provincia”.


Ehi, voi! a cura di Michele D’Aurizio propone invece un attraversamento dell’arte contemporanea italiana mediante il ritratto. Pittura, scultura, fotografia, video e performance, ma anche romanzi d’artista, diari e archivi personali sono i mezzi scelti per raccontare. In questa sezione espone tra gli altri Italo Zuffi (Imola, 1969. Vive a Milano), artista visivo molto attivo all’estero, in bilico tra performance e scultura, lavori basati sul testo e video.


In A occhi chiusi, gli occhi sono straordinariamente aperti Luca Lo Pinto mette a confronto opere edite e inedite di artisti eterogenei per linguaggi, età e attitudini, ma accomunati dalla stessa forza evocativa. In questa sezione il cesenate Stargate (Lorenzo Senni, 1983. Vive e lavora a Milano), musicista e produttore in ambito elettronico, traduce in suoni i paesaggi urbani. Senni si è esibito in Europa e Giappone e ha partecipato a numerosi festival. Collabora con le compagnie Orthographe e Pathosformel.


Marta Papini in Lo stato delle cose mette in relazione 7 voci rilevanti del panorama nazionale e internazionale dell’arte, molto diverse tra loro. La lontananza apre così uno spazio dialettico e di confronto tra le singole ricerche e con il pubblico. Gli artisti invitati si alternano nello spazio in una sorta di staffetta. Oltre a esporre il proprio lavoro, ogni artista può invitare relatori a tenere conferenze o programmare proiezioni cinematografiche. Fa parte del gruppo dei 7 anche il videotalento romagnolo Yuri Ancarani (Ravenna, 1972. Vive e lavora a Milano), artista internazionale ma molto legato alla sua terra.


Palazzo delle Esposizioni via Nazionale 194
www.quadriennale16.it

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui