Facciamo quattro salti nella Vienna imperiale

Rimini

RAVENNA. Fuoriuscendo, come d’abitudine da qualche anno, dai tradizionali confini estivi, Ravenna festival proporrà ancora una volta in ottobre la “Trilogia d’autunno”, con la formula che alterna tre opere sullo stesso palcoscenico sera dopo sera. La “Trilogia” 2016 – che segna il lustro di vita dell’iniziativa – si intitola “Lungo il Danubio” e dal 14 al 23 del mese prossimo renderà omaggio a quella grande civiltà che fu l’Impero austroungarico al suo tramonto e che vide Vienna e Budapest farsi crogiolo di uno straordinario fermento multiculturale. Al teatro Alighieri andranno allora in scena, in esclusiva per l’Italia, tre produzioni dei principali teatri ungheresi – Operetta di Budapest, Csokonai di Debrecen e Szeged – che contribuiscono a mantenere elevatissimo il livello di una tradizione ormai consolidata, come “Gräfin Mariza” (“La contessa Maritza”), “Die fledermaus” (“Il pipistrello”) e “Die lustige witwe” (“La vedova allegra”).
Un tributo a una forma di teatro musicale, l’operetta, cui si devono capolavori che raggruppano tre dei maggiori compositori di questo genere, Emmerich Kálmán, Johann Strauss e Franz Lehár. Nella Vienna austro-ungarica vanno in scena, nel giro di cinquant’anni e tutte nel Theater an der Wien, i titoli di questa “Trilogia danubiana”. Se Strauss, autore del "Pipistrello", è ritenuto il creatore dell’operetta viennese, la “Vedova allegra” di Lehár riscuote uno straordinario quanto inatteso successo nella Vienna di Freud, Mahler, Schnitzler e Schönberg. Quasi vent’anni dopo, l’ungherese Kálmán chiude il cerchio, innervando di elementi zigani e magiari questa forma di teatro musicale ormai popolarissima che, proprio nella “Contessa Maritza”, strizza l’occhio a un’operetta di Strauss.
Questi tre capolavori saranno presentati nella loro forma integrale, che fonde mirabilmente teatro, musica e danza e costituisce l’illustre progenitore (grazie anche a compositori come Offenbach e Gilbert & Sullivan) del musical di Broadway (ma anche della commedia musicale nella sua declinazione italiana).
A inaugurare la trilogia (14 ottobre, replica il 18) è “Gräfin Mariza”, l’operetta più “tzigana”, sia per il soggetto, che ruota attorno alle vicende della ricca contessa Maritza assediata dai pretendenti, sia per il ricorso da parte del compositore a elementi della musica popolare magiara.
Tratta dalla commedia “Le réveillon” di Meilhac e Halévy, “Il pipistrello” (15 ottobre, repliche il 19 e il 21) intreccia invece ambizioni, tradimenti, intrighi e travestimenti alla musica del valzer, della csárda – cantata dall’astuta Rosalinde per simulare un’identità ungherese – e della polka.
“La vedova allegra” (16 ottobre, repliche 17 e 20) è come molti sapranno ambientata a Parigi e ha per protagonista Hanna Glawari, ricca vedova del Pontevedro, i cui connazionali vorrebbero far risposare in patria per evitare il trasferimento all’estero del patrimonio.
E a concludere il viaggio lungo il Danubio (il 23 ottobre), dopo tre giorni di esibizioni negli angoli più diversi del centro storico di Ravenna, sarà il concerto della Budapest Gypsy Symphony Orchestra, per la prima volta in Italia, un’orchestra di 100 strumentisti. Protagonisti della “Trilogia” saranno l’Orchestra Filarmonica Kodály, il coro del teatro Csokonai e il corpo di ballo del teatro dell’Operetta di Budapest, che si esibiranno accanto a tre cast che uniscono le voci di spicco della ricca scena ungherese.
Info: tel. 0544 249244

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