«L’amore è uno solo, è questo che insegnerò a mia figlia»

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IMOLA. Difficile credere che l’enorme successo planetario di Laura Pausini sia dovuto solo alla sua voce potente e modulabile o alle canzoni sincere con cui narra vite, amori e delusioni di tutti noi. No, Laura Pausini è più di questo, molto di più. È il suo sorriso schietto. È la sua ingenuità apparentemente naïf. È il modo diretto con cui si rivolge al suo pubblico. È quella familiarità tutta romagnola che – anche se non ascolti o non ami la sua musica – ti fa venire voglia di uscire con lei a farti un bicchiere di sangiovese.

È una donna adulta e di successo (un tale successo che dall’Italia è difficile persino quantificarlo), eppure sembra sempre una ragazzina; sarà per questo che il 31 maggio comparirà anche sulla copertina di Topolino?
Superlaura è decisa e disinvolta, simpatica e professionale: lo ha dimostrato a tutti proprio qualche settimana fa, duettando amabilmente in tv con Paola Cortellesi come una attrice consumata. E da anni ormai si vocifera di lei come possibile conduttrice di Sanremo, laddove tutto è cominciato, anno 1993. Certo, con tutti i suoi impegni non sarebbe facile, ma chissà...


Adesso Laura Pausini sta per cominciare un nuovo, gigantesco tour che la porterà in giro per il mondo, e di cui questo Pausini stadi 2016 è solo l’inizio: doppia data a San Siro (prima donna in assoluto) il 4 e 5 giugno, poi Roma e Bari; quindi via verso Canada, Stati Uniti, Messico, Colombia, Cile, Argentina, Brasile... per tutta l’estate. E dopo, a ottobre, l’Europa: Spagna, Francia, Inghilterra, Germania...


Ma prima di attraversare gli oceani e valicare le montagne, Laura – di Solarolo, Ravenna, classe 1974 – farà un grande regalo alla sua terra, la Romagna, con la data zero del tour programmata proprio a due passi da casa: all’Autodromo Ferrari di Imola mercoledì 25 maggio ore 21 (infoline: 02 4805731) dove da giorni sta mettendo a punto con scafata minuzia ogni dettaglio, come dimostra anche il costante aggiornamento del work in progress su Facebook.
Ma trova comunque il tempo per rispondere a qualche domanda.


Laura, lei ha appena compiuto 42 anni ed è nel pieno della maturità come donna e come artista. L’anno scorso ha realizzato l’ennesimo disco di grande successo, Simili; ha milioni di follower; sta per partire con un altro impegnativo tour mondiale; sarà la prima donna a esibirsi per due date a San Siro; dopo le esperienze di Messico e Spagna ha condotto con successo e spigliatezza un importante programma televisivo nel suo Paese (Laura & Paola, su Raiuno) dimostrando non solo la verve e la simpatia che tutti da sempre le riconoscono, ma anche ottime capacità come conduttrice; è madre e compagna felice e realizzata; è in grande forma e a ogni occasione dimostra gioia e serenità… Insomma, una splendida quarantenne realizzata. Qual è il suo segreto? È forse merito dei suoi geni romagnoli? Che cosa potrebbe dire alle altre donne che dopo i 40 anni temono la vita sia meno bella?


«Non so se è merito dei geni romagnoli, ma certamente come sto da queste parti non sto in nessuna parte del mondo. È un paradiso, mi piace la gente, le cose semplici della mia terra. Non mi sento 42 anni, me ne sento 24, ma la cosa che mi fa meglio in assoluto è quando torno qui a casa, qui con i miei cari, sto proprio bene. La mia forza è la mia famiglia».

Commendatrice (posso chiamarla così?) – ha ricevuto l’onorificenza dal presidente della Repubblica nel 2006 –, ormai non c’è traguardo che non abbia raggiunto: ma c’è rimasto qualcosa che ancora vorrebbe fare e non ha fatto? Insomma: Laura Pausini un sogno nel cassetto ce l’ha?


«Ho realizzato quello che mai ho neanche sognato. Quando cantavo con mio babbo, sognavo di riuscire a vivere cantando al piano bar. Si figuri se potevo immaginare di poter cantare ogni sera in una diversa città del mondo! Ma la vera felicità la sento quando sto con la mia famiglia, con il mio compagno e la mia bambina bellissima. La nostra vita è la canzone più bella».

Lei ha una figlia femmina, Paola. In Italia il gender gap è un problema ancora piuttosto grave. Se nasci uomo o donna fa molta differenza in termini di possibilità economiche e di carriera. In questi 23 anni di carriera (senza contare quelli di gavetta) lei ha lavorato duramente e si è ritagliata un ruolo di primissimo piano nello show business: ha mai avuto la sensazione che per lei – in quanto donna – fosse più difficile? Ha mai sentito di essere presa meno sul serio dei suoi colleghi uomini? Avendo viaggiato tanto si sarà fatta un’idea di come si vive negli altri Paesi: come si fa a portare l’Italia a livello delle nazioni del nord Europa, dove la discriminazione uomo-donna è molto meno forte? In sintesi: che Paese vorrebbe lasciare a sua figlia?


«Non ho sentito discriminazione, ma so che in parecchi ruoli chiave donna e uomo guadagnano cifre differenti. Ma il nostro settore è un po’ diverso. Non valgono le stesse regole. Comunque penso che con le recenti conquiste anche il nostro Paese sia cresciuto. Le unioni civili per esempio, piccoli passi che però fanno ben sperare».


Infatti lei si è molto impegnata anche nella battaglia per i diritti delle persone Lgbt: che cosa pensa della legge appena approvata in Italia sulle unioni civili?


«Come dicevo, tutto il bene possibile. Ieri sera a Milano ho ricevuto un premio importante. Me lo ha consegnato Francesca Vecchioni che proprio in questi giorni a Milano ha organizzato la prima edizione dei Diversity Awards».


L’evento – svoltosi all’Unicredit Pavilion – assegna riconoscimenti alle figure che nel 2015 si sono distinte per aver sostenuto le cause contro i pregiudizi e le discriminazioni.


«Per me – sottolinea Laura – è un onore essere stata scelta come personaggio dell’anno. Sono da sempre convinta che l’amore sia uno solo. È questo che insegnerò a mia figlia».


Dopo il debutto imolese, giovedì alle 23 Laura Pausini sarà ospite di E poi c’è Cattelan su Sky Uno.

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