Corrado Gambi: «Fare teatro è pensare a un possibile cambiamento»

Rimini

DOZZA. «Fare teatro è immergersi nel reale quotidiano provando a interpretarlo, per pensare possibile un cambiamento».

Così Corrado Gambi, direttore artistico del teatro Comunale di Dozza, presenta la nuova stagione. E si domanda: «Non è che, magari tentando di risvegliare coscienze assopite, finiamo per patire ancora di più il disagio di una vita vissuta “in direzione ostinata e contraria” e per questo emarginata e sconfitta?».

Ma una risposta c’è, perché «l’obiettivo a cui noi vogliamo tendere è quel “volare alto” perché solo avendo quel coraggio si può sperare di volare oltre le tempeste, oltre gli ostacoli, oltre i limiti che spesso ci impediscono di guardare dritto davanti a noi e ci fanno dimenticare chi siamo».

Così, in tempi in cui la cultura è strozzata dai bilanci, vittima sacrificale in nome di beni di maggior necessità, ecco un cartellone di proposte per il piccolo teatro di Dozza, gestito da tredici anni dalla Compagnia Teatrale della Luna Crescente, sempre alla ricerca di nuovi modelli culturali. La Luna Crescente è stata fondata nel 1984 (quindi compie 30 anni quest’anno) e ha sede a Imola.

Si parte dunque sabato 22 febbraio con la compagnia padrona di casa affiancata dal Combo Jazz Club in un omaggio a Nina Simone, colei che la scrittrice Toni Morrison definì «la donna che ha incarnato tutte le donne»: “If I had my way I’d’ve been a killer”. In scena Valentina Monti, Diber Benghi e Dagmar Benghi con la voce narrante e la regia dello stesso Gambi. Lo spettacolo fa parte del cartellone di Crossroads 2013.

Attraverso una rivisitazione dei brani più significativi del suo repertorio, video, testimonianze e testi di prosa originali, lo spettacolo vuole rivalutare le qualità di Nina Simone come compositrice (di musica e testi) e omaggiare la sua figura di rivoluzionaria e di intellettuale al servizio della lotta per i diritti civili nel decennale della sua morte, unendo musica e teatro.

Si prosegue sabato 1 marzo con il Teatrino Giullare che proporrà “Canti del guardare lontano” dal libro omonimo di Giuliano Scabia (Einaudi, 2012), un’opera al confine tra teatro e poesia con cui Scabia si inoltra con grande ispirazione nel fascino dell’avventura umana, dell’esperienza immaginifica alla ricerca del senso della vita e dell’origine.

Tra musica, teatro ragazzi, documentari e il dodicesimo XII Dozza jazz festival ad aprile, si va avanti fino a maggio.

Per il programma completo: www.compagniadellalunacrescente.it.

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