Quando il desiderio è un amore proibito

Rimini

LUGO. Lo scrittore e saggista pugliese Mario Desiati, finalista al premio Strega nel 2011 con Ternitti, presenterà il suo nuovo romanzo, Il libro dell’amore proibito, edito da Mondadori, oggi al “Caffè letterario” di Lugo, alle 21 nel salone Estense della Rocca.

A introdurre la serata sarà Patrizia Randi.

Il libro narra la storia di Francesco, detto Veleno, e del suo amore per la sua professoressa di Educazione tecnica. Un’attrazione fatale tra un ragazzetto di 13 anni e una donna di 30 che desterà scandalo nel paese e spalancherà al protagonista le porte di un Purgatorio personale fatto di solitudine e malinconia. Ma Veleno saprà aspettare che il suo amore esca di prigione.

«È un romanzo contro la predominante legge delle anime gemelle – spiega Desiati –. Volevo raccontare l’amore tra due persone che non avrebbero potuto essere più diverse tra loro».

Il romanzo è a tratti spiazzante. L’approccio sessuale della professoressa verso un suo studente, per esempio, non viene vissuto dalla presunta vittima come una violenza, né è narrato come tale.

«Perché l’età mentale dei due protagonisti non corrisponde a quella biologica scritta sulla loro carta d’identità. È un cosa che accade a molti. Questo, però, è anche un romanzo sui desideri. O meglio: sulla scoperta di cosa si desidera veramente».

Il libro parla anche della difficoltà di uscire dalle rigide caselle che ci vengono assegnate dalla convenzioni sociali. Quelle sì che sono vissute dal protagonista come una violenza…

«Sicuramente la burocrazia è il grande nemico. Una burocrazia non soltanto “da ufficio”, ma anche dei modi di pensare. Forse la vera legge che conta è quella che porta alla felicità».

Pensa anche lei, come dice la nonna del protagonista, che l’amore per crescere abbia bisogno di muri?

«Per alcuni temperamenti, gli ostacoli esaltano l’energia necessaria a raggiungere un determinato obiettivo. Più una meta è difficile, più queste persone sono determinate a raggiungerla. Vedi, per esempio, molti talenti che nascono in provincie sperdute e che devono fare più strada per arrivare al successo».

Quello provato dal protagonista è davvero amore o piuttosto si tratta dell’ossessione che permette a un solitario di non confrontarsi con la vita vera?

«Si tratta di un sentimento molto sfaccettato, che chiamo “amore proibito” per comodità. Veleno ha riconosciuto il vero desiderio della sua vita e quindi va per la sua strada».

 

Quanto c’è di autobiografico in Veleno?

«Il 77% (ride, ndr). Ma è nel restante 23% che sta la differenza fondamentale tra il fatto che io ho scritto il libro e lui no».

C’è un insegnamento che possiamo trarre da questo romanzo?

«Se rispondessi di sì, sarei diventato uno stronzo! L’unica legge in vigore è quella della letteratura: se vedi le cose in modo un po’ diverso dopo aver finito di leggere, allora la storia ha avuto un senso».

www.caffeletterarioravenna.it

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