Sola, passionale e libera Lina Sastri, una "Lupa" senza preconcetti

FORLÌ. È La lupa, dramma di libertà e passioni scritto da Giovanni Verga, a inaugurare la stagione 2015-16 del teatro Diego Fabbri di Forlì. Da oggi a domenica 15 novembre (ore 21, domenica: ore 16), Lina Sastri, diretta da Guglielmo Ferro (figlio del celebre Turi), veste i panni della Gnà Pina, la “Lupa”. Con lei, Clelia Piscitello, Enzo Gambino, Eleonora Tiberia, Simone Vaio, Giorgio Musumeci, Valeria Panepinto, Giulia Fiume, e Giuseppe Zeno, che interpreta Nanni, il genero-amante. Scene e costumi sono di Françoise Raybaud, le musiche di Massimiliano Pace mentre Franco Battiato firma gli arrangiamenti.
«Dopo la storica interpretazione di Anna Magnani – commenta il regista – che nel ’65 portò a Roma la ferina Gnà Pina con la regia di Zeffirelli, Lina Sastri sembra da sempre candidata a questo ruolo. Anzi, il progetto sarebbe stato impossibile da realizzare senza di lei…. E dal canto suo, Gnà Pina ha di per sé un fascino e una forza che emergono dal testo, consentendo un lavoro di riscrittura stimolante e creativa».
Una donna, bella, intensa e passionale, capace di infischiarsene dei pregiudizi e di quello che la gente pensa di lei: quanta Lina c’è in questa “Lupa”?
«Molto – risponde sorridendo l’attrice – come c’è molto di me in tutti i personaggi che ho scelto di interpretare. E non potrebbe essere altrimenti… le braccia, le gambe, il viso sono i nostri: e perché si dovrebbe abbandonare se stessi per interpretare un altro?». Come è stato, allora, il suo “incontro” con Gnà Pina?
«Senza preconcetti: mi sono creata la mia idea di lei leggendo le parole con cui Verga la descriveva. Dai pensieri che ne emergevano mi sono creata il suo ritratto, quello di una donna non più giovane ma neppure anziana, ancora desiderabile, una vedova che alla fine dell’Ottocento è in grado di allevare da sola una figlia, e che non subisce i condizionamenti della sua società. Quando si innamora, dà tutto a quell’uomo: la terra, la figlia e anche la sua stessa vita. Proprio qualche sera fa ho interpretato la Madonna nella Passio hominis andata in scena a Firenze per la regia di Antonio Calenda: ecco, è attraverso le parole, i pensieri, anche i silenzi che intendo raccontare, come ho fatto con Maria, anche Pina, detta la Lupa».
Il personaggio che Lina Sastri interpreta è una figura di rottura nella stessa produzione verghiana «distruggente, radicalmente feroce, il cui fascino – sono parole di Guglielmo Ferro – è esercitato su tutti coloro che le stanno vicino senza pietà, come un maleficio che porta sofferenza, dipendenza e morte».
«Ma se il dramma è corale, lei è assolutamente sola, e forse anche oggi nella stessa situazione la sua storia avrebbe avuto la stessa evoluzione. È u na donna libera, infatti, e come tale pericolosa e percepita come tale: ma Verga, anche se tutti pensiamo che esprima un giudizio, e negativo, su di lei, in realtà non lo fa, come è possibile vedere anche dalla versione poetica che realizzò insieme a Federico De Roberto, e che avrebbe dovuto avere le musiche di Puccini. Questa “tragedia lirica” presenta le cose come sono, e lascia che parlino da sole, così che possa emergere il personaggio con la sua aggressività, i sensi di colpa, la seduzione, il vittimismo…ma, su tutto, il suo essere una donna libera, non vincolata alla tradizione. Io l’ho sentita così da subito, e la regia ha rispettato le mie scelte».
Proprio il regista, nelle sue note, fa riferimento alla grande interpretazione della Lupa fatta da Anna Magnani. «Non mi ha incuriosita sapere come Anna avesse scelto di rapportarsi al personaggio: la mia scelta è caduta semmai sul testo, sulla musica, sul mondo che circonda Gnà Pina… se avessi voluto documentarmi su quella interpretazione mi sarei sentita qualcosa di diverso, una giornalista, magari… ma io cerco altro, sono un’artista». Sabato 14 novembre gli artisti incontrano il pubblico nel foyer del teatro (via Dall’Aste, 10), ingresso libero fino a esaurimento posti. Biglietti: 25 - 15 euro.
Info: 0543 712170
serale: 0543 712168

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