Se non ci fossero i russi...

Rimini

CESENA. Il balletto ancora oggi crea sempre attesa, specialmente in provincia. Perché nei teatri medio piccoli, pure con buona programmazione, il grande balletto narrativo a serata intera non compare per gli alti costi. Il balletto più frequente è quello dei saggi di fine anno da parte di allievi e insegnanti che avrebbero bisogno di ammirare “colleghi” arrivati. Alla richiesta di balletto nella provincia italiana provvede da anni lo spirito manageriale di chi è consapevole di disporre di un prodotto richiesto che appartiene alla propria cultura. Direttori capaci di realizzare una confezione “turistica” all inclusive con ballerini, scene, costumi. Costruendo compagnie finalizzate a tournée stakanoviste in giro per l’Italia, accolte da pienoni. Si annuncia dunque vincente l’accoppiata di balletti presentati in successione al teatro Bonci di Cesena dalla compagnia New Classical Ballet of Moscow. In questo sabato 28 dicembre è di scena alle 21 “La bella addormentata nel bosco” (1890), per molti il capolavoro del balletto della Russia imperiale; domenica 29 dicembre alle 21 il pure classico “Cenerentola” (1945) sulle note più contemporanee di Prokoviev.

La compagnia è formata da ballerini di accademia che, pur non avendo sfondato nelle compagnie principali, rappresentano (mediamente) una dignitosa serie cadetta, con solisti di buona tecnica. La direzione artistica è affidata ad Arkady Ustianzev che ha danzato nel Teatro dell’Opera e Balletto di Novosibirsk in Siberia di apprezzata tradizione.

“La bella addormentata” (al debutto interpretata dagli italiani Carlotta Brianza–Aurora, Enrico Cecchetti–Carabosse e Uccellino azzurro, Giuseppina Cecchetti–la regina) può considerarsi il vero capolavoro compiuto della premiata ditta Cajkovskij per le musiche e Petipa coreografie, qui riprese con variazioni adattate per la compagnia. Il ruolo della principessa Aurora che cadrà in un sonno centenario fino al risveglio con bacio del principe Désiré, è tecnicamente uno dei più difficili del repertorio ottocentesco. Fra i camei, l’Adagio della rosa e il passo a due dell’Uccellino azzurro.

 

Claudia Rocchi

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