«Non sono solo la moglie di Aldo»

Rimini

CESENA. Pane fresco preparato al risveglio, prove teatrali in tarda mattinata, pomeriggio dedicato a stirare, quindi nuove prove con il Trio. Silvana Fallisi sale e scende dal palco con la stessa naturalezza con cui rompe la “quarta parete”, nel caso quella che la proietta nella vita domestica come madre (di Caterina 19 e Gaetano 18 anni), e moglie (è sposata con Aldo Baglio del Trio Aldo Giovanni e Giacomo). Da vent’anni alterna il ruolo di casalinga ammirevole a quello di comica irresistibile. In questa seconda veste torna sul palco, al teatro Verdi di Cesena, questa sera alle 21, nel monologo La morte balla sui tacchi a spillo scritto da Michela Tilli per la regia di Corrado Accordino.

Sarà una recita speciale; l’incasso andrà ai progetti di Balò onlus in India, per la formazione scuola e lavoro di bambini e ragazze.

Silvana, cosa la spinge a cimentarsi in uno spettacolo suo?

«Tengo a questo “cunto” – risponde l’attrice – perché mi riallaccio a ricordi d’infanzia, vissuti nel mio paese di Bucchéri, nel siracusano, sia in famiglia, sia attraverso la memoria di persone conosciute. È una dedica alla mia terra, al punto che lo ambiento nel 1964, il mio anno di nascita».

Qual è il filo conduttore?

«Il pretesto è una veglia funebre di quelle a cui assistevo da bambina, in famiglia, affascinata da quel clima, con le donne vestite di nero. Il racconto passa da Tanina che sarebbe la maestra del paese, la donna colta scesa dal nord al sud, proprio come fu per la mia maestra elementare. Tanina mi rimanda al tempo in cui, certe signore tenevano buoni noi bambini raccontandoci storie. Niente di triste, nello spettacolo anzi si ride molto e io, pure da sola, do voce a una varietà di personaggi, compreso il mafioso di turno, distaccandomi da me stessa».

Nel frattempo sta provando con il Trio.

«Quando il Trio chiama io corro, ha sempre la precedenza. Sta preparando una grossa produzione, quella dei 25 anni del sodalizio, mi hanno coinvolta in quanto anch’io appartengo a quella storia. Musicalmente sono accompagnati dai romagnoli Good Fellas; lo spettacolo, che dovrebbe debuttare a marzo 2016, partirà con un tour europeo».

Dove vi siete incontrati lei e il siciliano Aldo?

«Al nord. Io scelsi Padova per l’università, per studiare Psicologia, mi iscrissi anche a una scuola di teatro. Misi su uno spettacolo in duo che presentai a Milano, al vecchio Zelig, all’epoca si replicava per l’intera settimana. Una sera mi vide Aldo che, con il Trio, partecipava a Mai dire gol. Ricordo che indossava un giubbotto da bulletto. Mi scrisse una lettera elogiandomi perché lo avevo fatto ridere e divertire…».

Oggi fa ridere solo “a mezzo servizio”, alternandosi fra palcoscenico e fornelli. Eppure sembra soddisfatta, anche solo come “moglie di”.

«Ho affrontato questo mestiere con grande umiltà, ponendomi al servizio del pubblico. Con lo stesso spirito ho scelto la famiglia al primo posto, vivendo il successo di Aldo da lontano, occupandomi dei figli. Ora che sono cresciuti posso tornare a questa mia grande passione. Ma non ho mai vissuto l’ansia di mancanza dei riflettori».

Euro 20. Info: 347 2404611

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