Fra "machismo" e dittatori, il secolo breve raccontato dal punto di vista delle donne

Rimini

FORLÌ. La storia dei totalitarismi ricostruita attraverso i tragitti di vita delle donne. Non solo vittime o eroine, ma anche spie, collaborazioniste o muse di dittatori. Dalle biografie più controverse e dalle storie meno raccontate trarrà linfa questa seconda edizione del ’900 Fest. Festival europeo di storia del Novecento che occuperà la scena culturale forlivese per tutta la prossima settimana, da lunedì 12 a sabato 17 ottobre, concentrandosi sul tema “Donne nei totalitarismi”.

Forlì, e anche Predappio, ancora una volta si propongono dunque come luogo di studio e di opinione sul fascismo e sulle dittature che hanno segnato il Novecento, facendone occasione di un ricchissimo confronto culturale. Il filo conduttore della settimana è multiplo e intreccia la riflessione sugli aspetti più dissonanti del secolo scorso, le storie private capaci di incarnare un contesto “macrostorico”, la lettura di genere di tutto ciò.

Anche la presenza di Liliana Cavani sarà uno dei fili conduttori, in primo luogo con la proiezione di una serie di suoi documentari che al termine di ogni giornata verranno proiettati alla biblioteca Saffi, fino all’incontro con la stessa regista che racconterà in prima persona il proprio lavoro di raccolta delle interviste e delle testimonianze di queste protagoniste della storia (sabato ore 17 al cinema Apollo).

Il valore dei contributi che si dipaneranno nei giorni di convegni e incontri sta proprio nella testimonianza. A cominciare da quella degli intellettuali chiamati a intervenire, dal direttore scientifico della manifestazione Marcello Flores, docente di Storia contemporanea e Storia comparata alla facoltà di Lettere dell’Università di Siena, dove dirige anche il master in Human rights and humanitarian action, autore di punta della casa editrice Il Mulino (fra i tanti suoi saggi anche di quello edito con Feltrinelli “Tutta la violenza di un secolo”).

A Forlì Flores, che ha composto questo ricco programma per e con la Fondazione Alfred Lewin e l’Istituto storico della Resistenza di Forlì Cesena capofila del comitato promotore che unisce anche altre associazioni, porterà studiosi di primo piano, italiani e internazionali, con anche alcune presentazioni di pubblicazioni in anteprima.

Da segnalare, mercoledì Anna Foa racconta la storia di Celeste Di Porto, ebrea, ma spia del ghetto; Mimmo Franzinelli analizza il rapporto del Duce con le donne, Alessandra Tarquini il ruolo delle donne nella costruzione del regime.

Potente sarà il video documentario di Helke Sander “Liberatori e liberate” che racconta una storia a lungo rimasta sotto traccia, ovvero degli stupri dei soldati dell’Armata Rossa sulle donne tedesche.

Giovedì sarà interamente dedicato ad altri ritratti di donne controverse. Marie Anne Matard-Bonucci racconta la vita di Margherita Sarfatti “musa del Duce”, Anne De Courcy della spia inglese Diana Mitford, “l’angelo di Hitler”.

Un capitolo a sé è riservato venerdì 16 al “machismo”, espressione consueta, per non dire connaturata a ogni dittatura. Sandro Bellassai interverrà su “Il virilismo nell’Italia fascista”, Stefano Pivato su “Sport e regimi totalitari”, Gian Piero Piretto su “Il machismo russo nel Paese dei Soviet”.

Venerdì un appuntamento importante è con la presentazione in anteprima del volume di Sarah Helm “Il cielo sopra l’inferno” che narra dell’unico campo di concentramento femminile, quello di Ravensbruk. A concludere la giornata la proiezione di “Vincere” di Marco Bellocchio al Saffi.

Sabato è il giorno di dibattito sulle “origini”, ovvero una giornata sul tema “La parola fascismo”. In chiave storica ci penserà Paul Ginzborg a spiegarcelo, mentre in chiave attuale si cercherà di rispondere alla domanda – provocatoria e che certo farà discutere – “L’islamismo è un fascismo?”. insieme ad Anna Vanzan.

Domenica si chiude il festival con un recital in musica di “Canti di guerra, Resistenza e amore” alle 20.30 alla Fabbrica delle Candele.

900fest.com

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