Elliot Murphy tra il Boss e Fellini

Rimini

RIMINI. Continua fino al 28 settembre a Rimini il "Glory days festival", kermesse dedicata interamente a Bruce Springsteen, giunta alla diciassettesima edizione, che in diversi luoghi e locali della città propone concerti ed eventi per celebrare il Boss, nel trentacinquesimo anniversario dell’uscita dell’album "The river". Tra i tanti musicisti in cartellone, uno spazio di rilievo è occupato dal cantautore americano Elliott Murphy, amico e collaboratore di Springsteen da moltissimi anni. Gli abbiamo chiesto di raccontarci questa amicizia.


«Conosco Bruce dal 1972, quando gli fui presentato dal nostro comune amico Paul Nelson dopo un concerto al Max’s Kansas City, un piccolo club a New York. Lo stesso Paul recensì il mio primo album Aquashow e il suo secondo The wild, the innocent & the E Street shuffle nella stessa pagina di Rolling Stone, definendoci i nuovi Bob Dylan: un grande complimento, ma anche una grande responsabilità. Bruce e io siamo nati nel 1949, e condividiamo le radici geografiche e musicali, quindi negli anni la nostra amicizia si è consolidata. La prima volta sullo stesso palco è stata alla Bercy Arena di Parigi nel 1992, quando abbiamo suonato insieme la mia canzone Rock ballad, in un elettrizzante concerto davanti a ventimila persone. Da allora mi ha invitato diverse volte sul palco (alcune insieme a mio figlio Gaspard) per suonare Glory days e Born to run; Bruce è un grande artista e un uomo sincero e generoso, e suonare insieme a lui è sempre indimenticabile. Sono orgoglioso di essere suo amico».


Esistono altri festival interamente dedicati a Springsteen che lei sappia?


«Non mi risulta; ho partecipato a un festival simile in Norvegia, ma dedicato a Dylan. Questo è il mio primo “Bossfest”, e non vedo l’ora di venirci. I miei fan hanno organizzato un Elliott Murphy festival in cui cantavano le mie canzoni; qualcuno dovrebbe farlo anche in Italia: verrei di corsa!».


Murphy sarà nel luogo natale di Federico Fellini, un artista del quale si è sempre dichiarato fan: nel 1972 fece da comparsa nel suo film Roma, e molti anni dopo gli scrisse una lettera ricordandoglielo, cui il Maestro riminese rispose con una lettera, poi donata alla Cineteca di Bologna, che sarà mostrata durante il concerto.


Cosa ricorda il musicista americano di quella comparsata?


«In quegli anni vivevo a Roma, cercando di campare facendo il musicista e l’attore; Fellini fece il casting per il film, e mio fratello Matthew e io arrivammo a Cinecittà su un’Harley Davidson prestata da un amico. Credo che Fellini abbia pensato che fossimo un perfetto esempio di hippies eleganti, e ci assunse per una settimana di riprese. Quando mi mise la mano sulla spalla e mi disse “stai fermo qui ragazzo” rimasi pietrificato. Era un grande artista; non ce ne saranno mai più come lui».


Dal 1990 lei vive a Parigi: ha scelto così perché il pubblico europeo la ama più di quello americano?


«Ho sempre amato l’Europa, fin da quando ero a Roma, come dicevo prima, e alla fine ho scelto Parigi. Non so perché il pubblico europeo mi ami così tanto, bisognerebbe chiederlo a loro, ma so che senza di loro la mia carriera non sarebbe stata così bella. Sono molto riconoscente ai fan europei, l’ingrediente magico di ogni mio concerto».


Murphy terrà due concerti a Rimini sabato 26: alle 21 al Rockisland con Olivier Durand in un set acustico, e alle 16.30 a Castel Sismondo insieme con molti altri artisti internazionali e l’Orchestra sinfonica del Lettimi.


Come si aspetta che sarà suonare con un’orchestra sinfonica?


«Mi è già capitato ed è stato molto emozionante; quando sono di fronte ad archi, ottoni e ance penso a Beethoven e Mozart, e credo che se fossero nostri contemporanei suonerebbero un po’ come Springsteen o Dylan, o perfino come me, perché no? Il rock’n’roll è ormai una forma di musica classica, che vivrà per sempre».


www.glorydaysrimini.net

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