Lo spirito di Verdi rialeggia su Rimini

Rimini

RIMINI. Era un’estate torrida anche quella del 1857 quando, il 16 agosto, il teatro Galli dell’architetto Poletti venne inaugurato dall’“Aroldo” di Giuseppe Verdi, una prima assoluta del grande compositore che era presente alla messa in scena dell’opera. E certo lo sarà anche oggi quando il suo pianoforte, quello che suonò per le prove, rientrerà nel teatro per l’inaugurazione del foyer: 4 giorni di festa per sancire la restituzione alla città del primo pezzo di quello che fu e tornerà a essere un simbolo di Rimini.

Oggi alle ore 18 la cerimonia con il sindaco Andrea Gnassi, lo scrittore Piero Meldini, il musicologo Marco Beghelli e il maestro Claudio Veneri dell’Accademia dei Musici di Fabriano, che ha avuto il piano di Verdi in dono dal riminese Attanasio Cicchetti, e lo ha restaurato. Poi, venerdì 18 dalle ore 18 alle 24 nel ridotto, ovvero la sala Ressi, si esibiranno musicisti dell’istituto Lettimi e ballerini del corpo di Ballo della scuola Artemisia. Domenica 20 e lunedì 21 settembre, alle ore 21 nella sala Ressi, la Sagra Malatestiana presenterà “Un pianoforte per Verdi, concerto da l’Aroldo”, con l’Accademia dei Musici di Fabriano.

Il Foyer in questi giorni resterà aperto alla città, poi si tornerà a lavorare nel cantiere che deve realizzare la platea, che si spera di vedere ultimata entro il 2016.

Il primo cittadino, nel presentare l’evento, ha tenuto a sottolineare il lungo percorso intrapreso: «Il Galli è un simbolo della rinascita dell’identità ferita di Rimini, che per decenni ha sanguinato. Oggi la ferita comincia a chiudersi grazie a questo che è uno dei più grandi interventi culturali in atto in Italia. Il teatro tornerà a essere un fulcro delle arti. Non è stato facile arrivare fin qui. Ricorsi, denunce, fallimenti e stop ai lavori, tipici di un Paese che si suicida ogni giorno con la burocrazia, ci hanno frenato. Ma noi siamo andati avanti, anche lavorando sul concetto di “frattempo”, offrendo alla città una serie di eventi-anteprime in questi ultimi anni. E oggi è straordinario potersi riappropriare almeno di una parte di ciò che io e tanti riminesi avevano vissuto solo nel ricordo di padri e nonni: rivedere stucchi e specchi e luci, tornare a sentire la musica al suo interno!».

I lavori di questo primo stralcio sono stati completati spendendo 6 milioni e 100mila euro, grazie anche ai 4 milioni e 800mila provenienti dai fondi europei.

L’assessore alla Cultura, Massimo Pulini, ha svelato un piccolo retroscena, «la donazione di una specchiera originale del Galli da parte dell’antiquario Bruno Bernardi che l’aveva acquistata e restaurata; andrà ad adornare la sala Ressi. Così come sappiamo che alcuni riminesi conservano nelle loro abitazioni piccole parti del teatro, stucchi e altro, e li invito a fare lo stesso atto di generosità».

Il dirigente comunale Giampiero Piscaglia ha inoltre rimarcato il tenore del restauro: «Tre piani, dalla sala delle colonne al sottotetto, dove è stata ricavata una piccola sala prove, alle spalle dell’orologio».

Ancora il primo cittadino: «I lavori di restauro conservativo del foyer sono andati un po’ a rilento a causa della massima perizia con cui ha operato la Soprintendenza. Come noto sono state fatte anche modifiche al progetto in seguito al ritrovamento dei resti della chiesa paleocristiana sotto la platea (che sarà visibile in tre sale museali sotterranee). Ora passeremo alla ricostruzione filologica della platea e quindi il palcoscenico, che sarà realizzato con criteri moderni. Incrociando le dita, speriamo di accelerare il ritmo dei lavori».

Sembra che il Comune abbia in serbo una serie di sorprese ed eventi per i prossimi mesi - anche la possibilità di celebrare i matrimoni? - nel ritrovato “ingresso” a teatro. E presto a Rimini si potrà tornare a darsi appuntamento a teatro: «Dove ci vediamo?». «Al Galli!».

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