Lello, la tua eredità non andrà dispersa

Rimini

SANTARCANGELO. Come si fa – chiedevo a Raffaello Baldini in un febbraio del 2001 – a mantenere viva la lingua di Santarcangelo pur vivendo a Milano? Mi rispose così: «Sono andato via da Santarcangelo a 30 anni, ma essendo vecchio (ho 77 anni e posso dirlo) appartengo forse alla penultima generazione di coloro che hanno cominciato a parlare in dialetto e solo dopo hanno imparato l’italiano. Perciò il dialetto resta come una stigmata. Poi ci torno a Santarcangelo, d’estate sempre, ci sono gli amici».

E aggiunse: «In questo Paese, l’Italia, dove si parla tutti in italiano, ci sono cose, persone, situazioni che succedono in dialetto, e se uno le traduce si perde qualcosa. Oggi in dialetto si possono dire delle cose che in italiano sono quasi impronunciabili perché datate, usurate. Il dialetto ha un’autenticità, una freschezza, una sua forza interiore che gli consente di dire ancora. Per paradosso il dialetto ha una maggiore verginità dell’italiano. E questo paradosso si complica con un altro paradosso: quando i poeti iniziarono a scrivere in italiano, questo era una lingua cartacea, che parlavano pochissimi. Adesso tu scrivi in dialetto e pochi lo capiscono: il dialetto è diventato cartaceo».

Lello Baldini – poeta nel senso più pieno del termine, nato a Santarcangelo nel 1924 – non è morto: anche se il suo corpo ha lasciato questa terra dieci anni fa, il 28 marzo 2005, la sua parola è più viva che mai. E nella sua terra d’origine fa nascere un cantiere: Cantiere poetico per Santarcangelo dedicato a Raffaello Baldini.

Gli amici, gli estimatori, i discepoli, gli studiosi si sono raccolti con i politici (in testa la sindaca Alice Parma) e hanno messo in piedi un contenitore in cui Lello possa continuare a esprimersi, magari attraverso altri. Come Gianlugi Toccafondo, la cui dotata matita ha trasformato in immagini i personaggi che popolano i sagaci versi di Baldini. O come la poetessa Annalisa Teodorani che, insieme all’attrice Nicoletta Fabbri, ha prodotto L’ora delle falene, lettura scenica che vedremo sabato 19 settembre alle 21 al Lavatoio.

Non è un omaggio, questo festival-festa dal 13 al 20 settembre, semmai un lievito che Fabio Biondi e Stefano Bisulli hanno voluto impastare con il fertile tessuto culturale di questi luoghi, unendo le forze con quelle dell’editore-promotore Massimo Roccaforte, il quale ha aggiunto una mostra-mercato dell’editoria in piazza (dal 18 al 20 settembre) e una serie di incontri e appuntamenti tra musica e parole.

Il programma del Cantiere è ricchissimo, e comprende anche conversazioni, film citati nelle opere del poeta e suoi video inediti. In più, si aggiunge il progetto di far nascere una Fondazione digitale in cui raccogliere ogni sorta di materiale – audio, video o cartaceo che sia – che può essere inviato all’indirizzo teconoscibaldini@cantierepoetico.org.

www.cantierepoetico.org

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