Primo Grassi, l'uomo che inventò il turismo del futuro

Rimini

CESENATICO. «Non scrivete un libro su di me», rimbrottava Primo Grassi (1928-2013) da Cesenatico, a chi lo esortava. «Ho fatto poche cose: ho affinato le armi della comunicazione, ho studiato il prodotto, ho applicato il buon senso». Così il figlio Fabio Grassi ricorda le parole dell’ex sindaco e pioniere del turismo cesenaticense. «Agiva – continua Fabio – sfuggendo da burocrazia e politica, avvicinando le sponde del pubblico e del privato, molti anni prima di quando questo metodo sarebbe stato adottato».
Il libro è stato pubblicato e con che titolo: Primo Grassi l’uomo che inventò il turismo. Citazione di un passo del giornalista Luca Liguori quando afferma che Primo «meriterebbe il Nobel degli inventori». E non soltanto verrà presentato il libro, ma sarà onorato l’uomo Primo Grassi, con l’intitolazione del Palazzo dal quale fece conoscere Cesenatico al mondo.
Cerimonia. Venerdì 21 agosto al Palazzo del Turismo la presentazione del libro su Primo Grassi è alle 18. Attesi fra i tanti alcuni personaggi che lo ricordano nel libro, a cominciare dal Nobel Dario Fo e poi Tinin Mantegazza, lo scrittore Luca Goldoni, i giornalisti Salvatore Giannella, Luca Liguori, Italo Cucci, e poi Ettore Rognoni, figlio del conte. Al termine verrà scoperta la targa a Primo e si festeggerà con un buffet a base di piadina e sardoncini «il suo piatto preferito». Alle 21 si continua con la celebrazione del 50° anniversario del “Processo al calcio” invenzione di Primo e del conte Alberto Rognoni, fondatore del Cesena calcio. Anche Tiberio Timperi conduttore Rai lo omaggia in un post su Facebook di ieri. Scrive: «Ho avuto il privilegio di respirare Primo Grassi per le strade di Cesenatico», quando adolescente negli anni Settanta si faceva le ossa nella radio locale.
La prima invenzione Svetta nell’immagine di copertina il giovane Primo con la sua creatura, quel grattacielo di 118 metri per 33 piani edificato tra il 1952 e il 1958 che accettò «purché fosse più alto del grattacielo di Cervia». Un’idea che presagiva le altre all’insegna di un guardare verso l’alto. Era laico e repubblicano, in seguito deluso lasciò il Pri per l’allora Pci restando ancora deluso; fu sindaco di Cesenatico nel 1955, a 27 anni . Invitato da Ugo La Malfa in persona a seguirlo a Roma, Primo scelse invece la sua città e il Turismo diventando direttore dell’Azienda di soggiorno nel 1957 e curando l’attività fino al 1991. Era quella in cui cominciò, più che una cittadina un borgo marinaro chiuso dentro a un ripetersi quotidiano. Erano quelli in cui operò, anni di crescita per l’Italia, economica e culturale, ideali per sviluppare un nascente turismo: «È la prima attività economica del mondo, e non lo capisce nessuno», ripeteva nel 1980. La passione di tutta la vita, sempre vissuta tra soddisfazioni e arrabbiature.
L’inventore. Le idee di Primo Grassi si nutrivano di tante letture, biografie di grandi della storia, ma anche notizie dei giornali. Era il primo a leggerle, si appostava all’edicola già prima dell’apertura. E scopriva come altri paesi europei si univano nella promozione. Spinse pubblico e privato a lavorare insieme, pretese che le strutture alberghiere scadenti andassero in pensione (anticipando la Legge Chicchi del 1991) ; già nel 1981 creò il primo osservatorio turistico, sorta di agenzia di marketing per occuparsi dei «costi di contatto». Unì in consorzio Ferrara, Ravenna, Forlì (Rimini non era ancora provincia). «La riviera unita era un suo pallino»; intuì che il turismo poteva vivere d’inverno. «Cesenatico d’inverno cambia sesso, diventa natura», coltivò una sensibilità ambientale.
Cesenatico nel mondo. Lesse che a Miami i delfini non li ammazzavano, ma ci giocavano. E nacque il primo Delfinarium di Lalla, Palooza e gli altri. Cesenatico era sconosciuta e allora invitò giornalisti a cui aprì una sala stampa; collaborò con gli sportivi Giorgio Ghezzi e Conte Rognoni, chiamò tanti vip. Dario Fo e Franca Rame, Bramieri, Mina, Volonghi, Iannacci e tanti altri. Ideò il Premio Agrodolce (120 giornalisti arrivarono) e il Premio di pittura “il Bragozzo” con Luciano Caldari; e arrivarono Sassu, Sughi, Guttuso. Li ospitava a casa sua e negli alberghi, al ristorante “Gambero rosso”. Inventò la foto notizia.
La delusione. Una volta lasciato il turismo, continuò a praticarlo scrivendo lettere e consigli, scontento nel notare una progressiva regressione di quella Cesenatico che aveva reso famosa: «Ma non si vergognano? Continuano a mostrare la città di 40 anni fa e oggi non fanno più niente». Lo disse in un’intervista al Corriere Romagna del 2001, a proposito del celebrativo Diva Cesenatico. Oggi forse vorrebbe che il libro servisse almeno per ripartire.

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