SANTARCANGELO. La rappresentazione di (untitled) (2000) di Tino Sehgal nello spazio retrostante il Lavatoio durante il Festival internazionale del teatro in piazza di Santarcangelo, ha scatenato un vero e proprio “caso”. Sulla vicenda ospitiamo l’intervento dell’assessore regionale alla Cultura.
Nei giorni scorsi l’immagine di un artista che danzava nudo e orinava al Festival internazionale Santarcangelo dei teatri ha percorso il web ed è stata commentata da testate giornalistiche nazionali come dimostrazione dello sperpero di risorse pubbliche a sostegno di spettacoli «osceni» e «indecenti». L’organizzazione del Festival e la sua direttrice artistica sono stati pesantemente attaccati, con giudizi liquidatori. Un festival tra i più importanti della scena contemporanea del teatro e della danza è stato giudicato – anche da persone che non vi hanno forse mai partecipato – sulla base di un solo fotogramma o di qualche secondo di ripresa video di uno spettacolo già noto e rappresentato, senza scandalo alcuno, in prestigiosi festival e rassegne all’estero. Mi pare evidente quindi che la performance dell’artista olandese sia stata di fatto strumentalizzata per attaccare un festival e le amministrazioni pubbliche che lo finanziano. Si sono lette anche parole che rappresentano un’evidente messa in discussione della libertà dell’espressione artistica ed è triste e amaro doverlo registrare ancora una volta, in un Paese che, d’altra parte, fatica a dotarsi di una moderna legislazione a difesa dei diritti civili. Non voglio però sfuggire alle mie responsabilità come assessore di una Regione che da anni investe su questo e altri festival che presentano le produzioni del teatro d’oggi. È certamente un compito dei politici, infatti, dopo aver definito le priorità e i criteri di finanziamento dei progetti, quello di valutare i risultati del lavoro delle organizzazioni culturali e delle direzioni artistiche, anche se rimane per me fondamentale l’autonomia degli istituti e delle direzioni nelle scelte artistiche, senza la quale diventa concreto il rischio della «cultura di stato». Sulla programmazione del Festival e sul lavoro svolto dall’Associazione Santarcangelo dei Teatri – non tanto su di un singolo spettacolo che, non avendolo visto, a differenza di altri, non intendo giudicare – confermo il giudizio nettamente positivo. Noto con piacere che lo stesso giudizio è stato espresso dalle Commissioni consultive ministeriali congiunte per il teatro la danza e la musica, che hanno attribuito ben 29 punti su 30 al progetto artistico triennale del Festival. Alla direttrice artistica e al Sindaco del Santarcangelo di Romagna presidente dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri, esprimo fiducia e apprezzamento per il lavoro svolto, oltre alla più viva solidarietà.
*assessore Regione Emilia-Romagna a Cultura, Legalità, Giovani