«Il conte? Uno sborone»

 

FORLÌ. “La locandiera” di Carlo Goldoni al teatro Diego Fabbri di Forlì dal 30 gennaio al 2 febbraio (ore 21; domenica: ore 16): a vestire i panni di Mirandolina, Nancy Brilli, affiancata da Fabio Bussotti, Giuseppe Marini (che firma anche la regia), Maximilian Nisi, e con Fabio Fusco e Andrea Paolotti.

«Quella di Forlì è una tappa importante quanto un debutto a Roma – commenta Max Nisi, che nella commedia è il conte di Albafiorita –: in Romagna infatti ho le radici, tanti parenti a Faenza, dove sono nato. Poi mi piace la filosofia di vita di qui, che ho esportato con me: quella dedizione al lavoro che però si concilia con il saper vivere bene, con l’attenzione all’amicizia e alla comunità».

Se lei apprezza questo della Romagna, non le sarà stato facile interpretare il suo personaggio.

«Che infatti è urticante, sgradevolissimo nella sua convinzione di poter comprare tutto e tutti. È un personaggio grottesco e volgare… uno sborone, debordante, narcisistico sempre vestito con costumi coloratissimi splendidamente realizzati da Nicoletta Ercole. Ci ho lavorato parecchio, per impostare la vocalità, la risata, ma mi sta dando soddisfazione, come poi la sta dando lo spettacolo: al secondo anno di repliche, e si profila il terzo, sempre con il “tutto esaurito”!».

Giuseppe Marini ha scelto di “attualizzare” l’opera di Goldoni?

«Non ce n’è stato bisogno: perché è la classica commedia “perfetta” dal punto di vista dei meccanismi drammaturgici. Certo, ha eliminato un po’ di birignao settecentesco sia nel linguaggio che nell’interpretazione rendendo tutto più geometrico, con meno fronzoli. Quindi con grande finezza e gusto la sua “Locandiera” rispecchia nell’impatto, nei costumi… lo spettacolo classico, ma su alcune tracce disseminate da Goldoni, Marini ha puntato un’attenzione particolare».

Per esempio?

«Intanto sul fatto che tutti parlano d’amore, ma nessuno poi ama veramente. Si tratta di altri sentimenti: ripicca, orgoglio, vendetta… ma l’amore è proprio il grande assente».

Il finale però appare rassicurante.

«Anche lì c’è un retrogusto che fa pensare. Goldoni lascia dei segni nel testo, che gettano un’ombra sull’“idillio” conclusivo: e il finale resta, di fatto, aperto. Ma Marini è intervenuto anche sui personaggi, fondendo le due “comiche” in un’unica figura en travesti: divertente ma anche con una sua forte carica di drammaticità».

Un giudizio su Mirandolina-Nancy Brilli?

«Una vera compagna di lavoro, generosa e semplice, senza divismi: una bella persona oltre che un’attrice in gamba, perfettamente a suo agio in questa produzione della Società degli Attori. E infatti per questa “Locandiera” un grazie va anche a Franco Clavari, vecchio produttore che fa ancora teatro per amore, per dedizione e con un rispetto per registi e attori che ci dà speranza sul fatto che si possa fare qualcosa di buono a livello culturale. A noi attori infatti, se si continua così, riprenderanno a seppellirci in terra sconsacrata… ma se dobbiamo condividere la sepoltura con certa gente: allora, è meglio stare fuori dalle mura!».

Info: 0543 712170

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