Post moderna e coraggiosa: la danza punk rock di Clark

Rimini

 

RAVENNA. Dopo il prologo con il Rocky horror show, il cartellone danza di Ravenna festival entra nel vivo questa sera alle 21.30 al Pala De André con un nuovo spettacolo post moderno, citazionista, iconoclasta, coraggioso. Si intitola Animal/vegetable/mineral creazione recente di Michael Clark per la sua piccola compagnia. Clark, scozzese di Aberdeen oggi 53enne, già talentuoso danzatore di belle linee formatosi nel Royal inglese, cultore di musica e rock band “nutrimento” del suo linguaggio coreografico originale, sorprese già nel 1985, alla sua prima volta italiana di enfant prodige ribelle della danza. Cresciuto fra lodi e critiche degli esperti, Michael ha imposto la sua danza da outsider della vis coreutica. Pluripremiato, persino dalle mani della regina Elisabetta.

I suoi sei ballerini fra cui Julie Cunningham, ex musa di Merce Cunningham, riferimento innovatore per Clark, danzano i tre diversi pezzi del titolo. Le variegate musiche sono di Scritti Politti, Public Image Ltd, Sex Pistols, Pulp, Relaxed Muscle.

«Animale / vegetale / minerale – precisa lo stesso coreografo al Corriere Romagna – è costituito di tre parti diverse. Volutamente nell’esecuzione non indico la successione dei tre “regni”, cambio anzi idea di continuo. Parlando con Wolfgang Tillmans (fotografo tedesco), dicevo che il brano dei Relaxed Muscle, parte 3, io l’avrei intitolato “animal”, è davvero una bestia. Invece Il mio “animal” è un pezzo recente degli Scritti Politti. Conosco il leader, Green Gartside fin dai primi anni 80, quando ballai nel loro video Wood beez. A quanto pare viviamo vite parallele: le radici sperimentali, il momento “eureka”, la conquista della notorietà, le crisi nervose… Green potrebbe essere la parte “vegetal”. Al momento “mineral” potrebbero essere... Albatross dei Public Image Ltd, e anche New York dei Sex Pistols».

È un lavoro della maturità artistica?

«Come artista mi piacerebbe maturare con gli anni, guadagnando in profondità. Credo che la danza continui a essere una forma d’arte interessante, ancora molto “giovane” rispetto ad altre, portata avanti per lo più da gente giovane. Penso a TS Eliot, che, secondo me, ha scritto la sua opera migliore in età avanzata. Sarebbe bello se fosse possibile nella danza».

Spesso vengono contrapposti vecchio a nuovo, classico a contemporaneo; esiste un modo per rendere nuovo il classico?

«La differenza tra danza classica e contemporanea sta proprio lì: la classica è fuori moda, la contemporanea è “in”. La danza contemporanea è un moto dall’interno: bisogna scavare in profondità. Metti un ballerino classico allo specchio: non si può parlare di sentimento, è qualcosa che riguarda il pubblico. Con la danza contemporanea, invece, tutto scaturisce da un sentimento che aveva urgenza di essere espresso».

I suoi quadri nascono dalla passione per la musica o sono i movimenti che vanno alla ricerca dei brani migliori?

«Nella compagnia tutti dicono che io parto dalla musica e che, pur avendo una visione molto chiara e precisa di ciò che voglio creare, è la musica a dare impulso alla creazione. La musica è sempre stata la cosa più importante per me: David Bowie, Iggy Pop, i Sex Pistols, i Fall... New puritan dei Fall mi ha come risvegliato, e ora posso dire di aver stretto amicizie salde e durature con parecchi musicisti. Il mio legame con la musica è talmente forte che quest’anno ci hanno invitato a esibirci a Glastonbury».

Che idea si è fatto dell’Emilia-Romagna dove tornate?

«Il Ravenna festival è importantissimo, e mette in scena molte diverse forme d’arte: siamo entusiasti di far parte del programma, e non vediamo l’ora di tornare in Italia».

Info: 0544 249244

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