L'Emilia-Romagna tra fronte e retrovia

Lugo

LUGO. L’Emilia-Romagna tra fronte e retrovia è il titolo della mostra storico-documentaria allestita alle Pescherie della Rocca di Lugo fino a mercoledì 22 aprile. Tema: la Grande guerra. Articolata in 25 pannelli, l’esposizione – curata dai quattro storici Mirco Carrattieri, Carlo De Maria, Luca Gorgolini e Fabio Montella – racconta in modo approfondito il ruolo dell’Emilia-Romagna come “cuore pulsante” delle retrovie italiane durante la Prima guerra mondiale.

La nostra regione venne infatti pesantemente coinvolta nella prima – drammatica – guerra «tecnologica e industriale» della storia: quasi 500 mila furono i mobilitati, oltre 50 mila i caduti, 1.837 i decorati; fin dalla primavera 1915 Ravenna, Rimini e altri centri dell’Adriatico subirono bombardamenti navali e aerei e, in seguito alla rotta di Caporetto, tutte le province emiliano-romagnole rientravano nella «zona di guerra».

La presenza di una vasta e ramificata rete assistenziale e sanitaria, che fece dell’Emilia-Romagna una vera e propria “regione ospedale”; l’esistenza di importanti istituzioni e presidi militari; di industrie grandi e piccole convertite a fini bellici; dei campi di prigionia per i militari austro-ungarici (e al termine del conflitto dei centri di raccolta per gli ex prigionieri di guerra italiani); e ancora l’afflusso dei profughi friulani e veneti; il ruolo delle associazioni combattentistiche; tutto questo viene documentato attraverso un linguaggio chiaro e l’uso di immagini, in parte inedite.

Non è poi dimenticato il peculiare contesto politico regionale, caratterizzato da una vivace dialettica partitica e dal protagonismo degli enti locali a guida socialista e repubblicana: gli anni della guerra, ad esempio, sono anche quelli in cui Francesco Zanardi faceva di Bologna un laboratorio del socialismo riformatore, configurando i prodromi del moderno welfare locale.

L'iniziativa, voluta dall’Assemblea legislativa regionale in occasione del centesimo anniversario della Grande Guerra e a cui è stato concesso il logo ufficiale delle iniziative legate alle commemorazioni per il centenario della Prima guerra mondiale, realizzato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, è stata realizzata dall’Istituto per la storia e le memorie del ’900 Parri di Bologna, in stretta collaborazione con la rete degli Istituti storici dell’Emilia-Romagna, con l’attiva partecipazione di Clionet, associazione di ricerca storica (www.clionet.it).

Quella di Lugo è la quarta tappa di questa mostra itinerante, che è già stata esposta a Bologna e Reggio Emilia, e arriverà a Forlì e Cesena tra maggio e giugno.

Così descrive questo importante progetto Carlo De Maria, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena e presidente di Clionet: «Con i colleghi insieme ai quali ho curato la mostra ci siamo chiesti, innanzi tutto, cosa avesse significato per l’Emilia e per la Romagna essere una “retrovia”, dunque, quali fossero state le conseguenze sociali, sanitarie, amministrative e politiche vissute da questi territori tra il 1915 e il 1918, fino ad arrivare ai problemi che cominciarono a misurarsi nel dopoguerra. Le 6 sezioni di cui si compone la mostra parlano appunto di questo: la militarizzazione della vita quotidiana, l’impatto traumatico dei primi bombardamenti sulla costa adriatica, il rapporto tra guerra e politica nelle polemiche tra neutralisti e interventisti, ma anche il ruolo degli enti locali e delle tante forme di civismo che si manifestarono in quegli anni (comitati di assistenza nacquero spontaneamente in tutte le città), i cambiamenti demografici e sociali, con l’ingresso massiccio delle donne nella sfera pubblica (sia negli ambiti produttivi che assistenziali). Il percorso espositivo termina dando conto della complessa esperienza dei reduci e degli aspetti connessi alla costruzione della memoria della Grande guerra, alla sua “museificazione” e monumentalizzazione».

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