Marco Ligabue, acustico e melodico

Rimini

 

LONGIANO. Non ha bisogno di stadi e palazzetti enormi come il fratello maggiore, Marco Ligabue da Correggio; per ora si accontenta di club e piccoli teatri. Ma punta anche lui alla vastità; la vastità dei sentimenti, del cuore, di chi ha il “Mare dentro”.

È questo il titolo del primo album da solista di Marco Ligabue, pronto a raccontarsi questa sera sul palcoscenico del Petrella di Longiano alle 21 in una dimensione acustica. Si annuncia una carrellata di brani dentro a un cantautorato intimistico, positivo come lo è questo autore quarantenne (è nato nel 1970) che ha l’entusiasmo di un ragazzino. Forse perché è papà innamorato e per amore ha lasciato l’Emilia per il fascino della Sardegna di Alghero e del suo mare, ispiratore delle canzoni.

La sua storia musicale è lunga nella musica e sui palcoscenici; fino al 2012 ha guidato la band dei Rio coltivando fan e simpatie. Dopo dieci anni insieme, quando ha sentito che la bella storia si era consumata «come avviene in tante storie d’amore», ha avuto il coraggio di salutare per ripartire in solo. Stasera al Petrella si esibisce in duo con il collega conterraneo Jonathan Gasparini, due voci e due chitarre. Nell’ascoltare Marco Ligabue si avverte, citando un popolare collega, un “pensare positivo”. È persona solare che sa vedere “il bicchiere mezzo pieno” e sembra trasmettere una ventata di voglia di vivere.

Dunque Marco la sua nuova avventura comincia dal mare.

«Sì, le canzoni di Mare Dentro sono sbocciate tutte sulla spiaggia, come qualcosa che non ho cercato ma che mi è venuto incontro. Sarà stata la magia, la profondità, il magnetismo di quella fetta di Sardegna a spingermi alla fase creativa. Andavo al mare con la mia chitarra e le canzoni arrivavano».

Dalla Sardegna alla California, dove è volato per registrare.

«L’ho scelta perché vi abita Corrado Rustici, per me il migliore produttore acustico. Sono stato a Berkeley. A dire il vero non ho trovato grandi cose innovative in America; mi ha colpito però il livello medio dei musicisti, è di qualità sorprendente».

Ha partecipato a qualche manifestazione musicale?

«Ho seguito un evento che si svolge a Oakland, ogni primo venerdì del mese. È una sorta di notte bianca dove lungo la strada principale si esibiscono decine di musicisti e band di tutti i tipi e bravissimi. Un paradiso della musica».

Il suo paradiso musicale invece di cosa si compone?

«Dopo gli anni coi Rio, questa esperienza in solo mi ha consentito di approfondire un racconto più intimistico, personale, a contatto con le mie sicurezze e insicurezze. Il cuore della mia musica è fatto di melodia e testo; credo che la dimensione acustica che privilegio in questo momento arrivi al pubblico in modo diretto e limpido».

Cosa prevede la scaletta del concerto?

«L’esecuzione dei brani del disco e alcuni pezzi di Dalla, De Gregori, De Andrè, Rino Gaetano, cantautori che cantavo con gli amici da adolescente con la mia prima chitarra. Eseguirò anche “Casomai” dedicata al mio amico calciatore scomparso Piermario Morosini e pure “La più grande orchestra” pezzo che esalta il mio piacere di condividere le esperienze con la gente».

Come sono i rapporti con il suo noto “fratellone”?

«Il rapporto con Luciano è meraviglioso ed è bello da fratelli condividere la stessa passione per la musica. Musica alla quale indirettamente mi ha spinto lui quando portava a casa dischi in vinile di tutti i tipi che anch’io ascoltavo. Crescendo, ho collaborato al suo fan club, al merchandising, alla comunicazione».

L’ha consigliata in questo debutto da solista?

«Gli ho fatto ascoltare i nuovi pezzi che avevo composto e lui mi ha spronato, dicendomi che mi sentiva cresciuto, maturato come autore. Aggiungendo però che secondo lui chi scrive canzoni è bene che se le canti pure. E io ho studiato canto».

E come si è trovato al centro del palco?

«A mio agio, sempre più sciolto e sempre più piacevolmente interessato a intrattenere il mio pubblico».

Biglietti 15-12 euro.

Info: 0547 665113

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