Pasolini è vivo, parola di Moni Ovadia

Rimini

SAVIGNANO. Il teatro Moderno di Savignano rende omaggio a Pier Paolo Pasolini nel quarantennale della morte (1922-1975) con il linguaggio della sua sferzante parola e delle immagini incisive. Così stasera alle 21 Moni Ovadia presenta a teatro “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini, accompagnato dal violino di Maurizio Dehò e dalla fisarmonica di Nadio Marenco. Domani domenica alle 17 il cinema Moderno proietta “Teorema” pellicola del 1968 che ha fra i protagonisti Massimo Girotti, Terence Stamp, Laura Betti, Ninetto Davoli, Silvana Mangano. È il film meno visto di Pasolini, apprezzato dalla critica e sequestrato per oscenità, premiato a Venezia dalla giuria cattolica dell’Ocic ma deplorato dalle gerarchie ecclesiastiche. Introduce Don Piergiorgio Farina, già promotore di rassegne.

Gli “Scritti corsari” vennero pubblicati in un libro postumo alla morte dell’autore. Sono una raccolta di articoli pubblicati negli ultimi tre anni di vita su giornali come Corriere della Sera, Il Mondo, Paese sera, riguardanti la società italiana con le sue angosce e paure. Ovadia ha sentito il bisogno di riprenderli e diffonderli fra il nuovo pubblico, come racconta.

Quale spinta propulsiva ha generato in lei la lettura degli “Scritti corsari” di Pasolini?

«Pasolini è stato l’intellettuale più coraggioso, anticonformista, lucido in Italia nel secondo dopo guerra, ha pagato tutto quel che c’era da pagare, ha saputo metabolizzare tutto ciò che gli è accaduto come l’accanimento continuo contro di lui. In questa nostra società conformista, antropologicamente decaduta, questa sua voce è spietatamente necessaria».

È ancora attuale?

«Lui aveva capito i processi di degenerazione e omologazione intellettuale, essendo dotato di una intelligenza luciferina, profondamente colto. Noi abbiamo un gran bisogno di e dei Pasolini, nella nostra società narcotizzata, senza più voglia di vivere, di sperimentare culturalmente e socialmente».

Come si sviluppa lo spettacolo?

«In modo semplice; è un reading di selezione di alcune letture dense, lunghe che ripropongo allo stato naturale, non hanno bisogno di elaborazioni drammaturgiche, possiedono una intrinseca fragranza che davvero le rende attuali all’ascolto. Le integro con musiche dal vivo di tanghi, perché anche il tango è una musica da ballo corsara, io ne canto pure quattro. Direi che questi “Scritti corsari” sono una scoperta per i giovani e una riscoperta per me di forza e coraggio spregiudicato nell’espressione».

Il Moderno completa l’omaggio a Pasolini con la proiezione del film “Teorema”.

«È una bella cosa presentare questa pellicola, poco vista. Fra i suoi film resta per me memorabile il “Vangelo secondo Matteo” contro lo stereotipo, dove finalmente vediamo un Cristo piccolo, oscuro, vibrante e non il “vichingo” da club cristiano armonizzante».

Si può considerare un classico, Pasolini?

«È un classico e insieme rivoluzionario, tocca la classicità con una visione che anticipa e si eleva sopra lo sguardo della convenzione, guarda gli uomini oltre l’ideologia e la logica delle fazioni».

Quale è il monito pasoliniano più utile alle nuove generazioni?

«Credo che la sua lezione più grande sia il fondamentale valore della povertà, quel saper vivere nel poco e apprezzare culture che nel poco trovano espressione alta».

Euro 15-12.

Info: 389 0171314

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