"Pantani", Albe per ciclisti e non

Rimini

CESENATICO. Sta per compiere una nuova salita, Marco Pantani. Non su strada ma su di un palcoscenico, non in carne e ossa, ma attraverso una memoria che si fa epos. Arriva al teatro Comunale di Cesenatico stasera alle 21 “Pantani” lo spettacolo di Marco Martinelli e Teatro delle Albe di Ravenna, vincitore del premio Ubu come migliore novità drammaturgica.

È la data più attesa per Cesenatico, emotivamente speciale. “Pantani” va in scena alla vigilia del decennale della morte del pirata: «Avremmo presentato lo spettacolo il 14 febbraio così come ci era stato richiesto – confida il regista Martinelli – ma quel giorno saremo in tour negli Usa». La serata si annuncia una reunion di una “piccola città” che si sente parte della storia grande e dolente lasciata da Marco.

Il Pantani di Martinelli ha una stesura variegata; lirica e documentaristica, epica e civile, da tragedia contemporanea e antica, fra personaggi attuali e coro arcaico. In scena attori imprescindibili delle Albe a cominciare dai “genitori” Ermanna Montanari e Luigi Dadina; Michela Marangoni è la sorella Manola, altri sei interpreti scandiscono un coro misto di gregari, amici, cronisti, medici, politici compresi l’ex ministro Gasparri e il bandito Vallanzasca.

Dopo aver girato tanta Italia portate Pantani sul palcoscenico più sensibile.

«Convocato – risponde Martinelli – in questo nostro rito della memoria sentito più del solito, per la vicinanza dell’anniversario di Marco. Non è fra i personaggi in scena, ma sarà un coro di testimoni a parlare di lui. Marco rivive come una assenza/presenza attraverso i personaggi chiave di mamma Tonina e papà Paolo e de l’Inquieto, giornalista francese a cui i conti non tornano».

Qual è il pubblico del suo Pantani?

«Con soddisfazione affermo che lo spettacolo gode di una partecipazione popolare; arrivano coloro che frequentano il teatro, anche aperto sul contemporaneo, ma che non sanno nulla di ciclismo. E vengono coloro che sanno tutto di ciclismo ma non hanno mai messo piede in un teatro. Tutti si uniscono nella stessa commozione».

Qualcuno entra un po’ intimidito, pensando alle tre ore di messa in scena.

«Ma “Pantani”come il vero Marco, non ha paura di niente. Quando il rito comincia a compiersi, segue la strada. Eventualmente dopo un’ora e mezza c’è l’intervallo e si può uscire. Noto però che rientrano tutti».

Qual è il modo migliore per predisporsi al suo testo?

«Ha la caratteristica di una lunga tappa di montagna. Vi sono intrecciati più temi sollecitati con un lungo lavoro di scavo, tra libri di giornalisti, negli incontri di chi lo ha conosciuto da vicino, nella mia personale rielaborazione lirica. La definirei opera “degenere” per unire coro lirico, inchiesta giornalistica, dimensione tragica da teatro antico. I genitori sono come “Antigone” che vuole seppellire il corpo di colui sul quale si è esercitata una damnatio memoriae (condanna della memoria)».

Subito dopo Cesenatico volerete negli Stati Uniti?

«Sì e per un mese. Porteremo “Rumore di acque” sulla tragedia dei barconi nel Mediterraneo; con il protagonista Alessandro Renda canteranno i fratelli Mancuso. Saremo a La MaMa, storico teatro d’avanguardia di Manhattan e poi in New Jersey e a Chicago. Il testo verrà pubblicato in inglese».

A Cesenatico presenterete il volume con il testo di Pantani e un dvd.

«Sarà presente l’editore Luca Sossella con la pubblicazione del testo che ha vinto l’Ubu. Interessante è anche la presentazione del Dvd “Rosvita” di Ermanna Montanari da cui il collettivo di video makers Aqua-Micans ha tratto un film».

Biglietti euro 15-10.

Info: 0547 79274

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