Si schianta contro un'auto: muore motociclista 30enne

Moto

BRISIGHELLA. Il 30enne faentino Luca Prati è morto in un incidente avvenuto ieri attorno alle 14 sulla Brisighellese, a Ponte Nono, all’altezza della chiesa di Pieve del Tho.

Secondo una prima, parziale ricostruzione, il giovane era in sella a una Suzuki 600 enduro e stava viaggiando affiancato a due amici in direzione di Faenza. Per motivi ancora da accertare, avrebbe invaso la corsia opposta urtando il lato sinistro di una Fiat Multipla (al cui volante era un 69enne abitante in zona che stava procedendo nella direzione opposta) a cui ha divelto lo specchietto e strisciato la fiancata.

Lo schianto

Il centauro avrebbe poi proseguito la sua corsa finendo per schiantarsi contro la vettura che seguiva la Multipla, una Peugeot 306 condotta da una 30enne brisighellese. L’impatto gli è stato fatale. Gli uomini del 118, giunti sul posto a bordo di un’ambulanza e di una vettura medicalizzata, non hanno infatti potuto fare altro che constatare la morte.

Per quanto riguarda i rilievi, se ne sono occupati i carabinieri del nucleo radiomobile e quelli della stazione di Brisighella, impegnati anche ad ascoltare i testimoni e i conducenti delle due vetture coinvolte. La strada è rimasta chiusa in entrambi i sensi di marcia per un paio di ore, poi si è viaggiato a senso unico alternato, provocando qualche disagio alla circolazione.

Gli amici increduli

Aveva una grande passione per le moto e i viaggi, Luca Prati. Partecipava ai raduni «e aveva anche una Vespa con cui era andato in Olanda e aveva partecipato ai coast to coast – ricorda Luca Biagi, referente del club faentino che raduna tutti i vespisti –. Quest’anno si era iscritto al Vintage moto scooter club. Doveva ancora ritirare la tessera». Da pochissimo era rientrato dalla Danimarca: avendo la fidanzata hostess sugli aerei, gli capitava spesso di volare. Vivevano insieme in via Nievo. A scuola aveva frequentato l’Istituto di Agraria Persolino e successivamente l’Isia: aveva lavorato nel settore della grafica. Lascia una sorella più grande e i genitori. Nello sconforto più assoluto anche i tanti amici che aveva in città, increduli alla notizia della scomparsa. Molti credevano si trovasse ancora in Danimarca essendo rientrato solo venerdì notte. Faceva parte del gruppo di motociclisti chiamato “I Fermoni” ed essendo un grafico disegnava personalmente adesivi per contraddistinguere le loro moto. «Nel gruppo era il ragazzo che rischiava meno», fanno sapere alcuni amici.

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