L'Inps taglia lo stipendio a malato di tumore

Rimini

CESENATICO. Il giovane dipendente è gravemente malato da tempo e ha messo insieme più di 180 giorni di malattia nel 2017. L’Inps ha comunicato che da settembre gli verrà sospeso lo stipendio. Ma l’azienda non ci sta e annuncia che lo stipendio gli verrà pagato dalla stessa ditta dove lavora, per non lasciarlo senza mezzi di sostentamento, al grido di «Non voltiamoci dall'altra parte».

Il dipendente malato

Alla Siropack di Villalta lavora questo ragazzo che compirà 22 anni tra un mese, affetto dal Sarcoma di Ewing, fin da quando aveva 11 anni. La malattia è una forma tumorale che si sviluppa prevalentemente a livello osseo. Nonostante i lunghi periodi dedicati alle terapie, il giovane è riuscito a ottenere il diploma all’istituto professionale “Comandini” di Cesena e nel febbraio 2016 è stato assunto dalla Siropack Italia S.r.l. di Cesenatico, con la mansione di terminalista. Nel marzo scorso l’evolversi della malattia lo ha costretto a sottoporsi a un intervento di rimozione di un polmone, dando inizio a una lunga e delicata convalescenza, tuttora in corso, sotto le cure dell’Ieo di Milano e dell’Irst di Meldola. Un istituto tra l’altro con cui Siropack collabora da ormai 2 anni tramite l’Istituto Oncologico Romagnolo, di cui sostiene vari progetti di ricerca. In questo contesto, nonostante il 22enne necessiti di tempo per proseguire il suo percorso di recupero, l’Inps è intervenuta azzerando lo stipendio che Siropack versava regolarmente al dipendente, a partire dalla busta paga di settembre, considerando terminati i giorni di malattia.

I titolari dell’azienda

«Quando il nostro personale è cresciuto, ancor prima che sopraggiungesse l’obbligo di assumere una persona diversamente abile, non abbiamo avuto dubbi a puntare su di lui, nella convinzione che il lavoro potesse dargli un ulteriore stimolo per continuare a combattere la sua battaglia personale – affermano i titolari di Siropack Rocco De Lucia e Barbara Burioli – è un ragazzo infinitamente disponibile e positivo, per questo la sua presenza ha rappresentato, fin dal suo arrivo, un valore aggiunto per tutta l’azienda».

«Profonda ingiustizia»

«La nostra azienda considera quanto subito da Steven una profonda ingiustizia – commentano Rocco De Lucia e Barbara Burioli – Siamo rimasti commossi dalla sensibilità dei nostri circa 30 dipendenti, che si sono resi subito disponibili al pagamento di una colletta, ma abbiamo stabilito che sarà la proprietà a provvedere al suo sostentamento, là dove gli organi preposti alla tutela dei lavoratori hanno deciso di voltare le spalle a chi si trova nel bisogno». Insomma, l’azienda ha deciso di pagargli regolarmente lo stipendio e protesta duramente contro quello che ritiene un atto arbitrario e lesivo nei confronti di un ragazzo che sta combattendo contro un tumore e che, come tutti i suoi coetanei, nella quotidianità deve affrontare spese, anche importanti, e progettare il suo futuro. «Nei periodi in cui il suo stato di salute gli ha permesso di svolgere la propria mansione all’interno della nostra azienda, si è dimostrato un lavoratore volenteroso, nonché un ragazzo umile e generoso – concludono i titolari di Siropack – per questo non possiamo permettere che questa decisione renda ancor più difficile la sua situazione. Agiremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per sostenerlo e dimostrargli la nostra vicinanza, e allo stesso tempo sensibilizzare le autorità competenti affinché i lavoratori come lui possano essere trattati con maggiore umanità». Insomma, «se esiste un buco a livello amministrativo, procedurale o legislativo, bisogna sistemarlo».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui