Micro-alga killer fa strage nel lago

Rimini

CESENATICO. Un’alga tossica infinitesimamente piccola, che compare di tanto in tanto, ha ucciso una cinquantina di pesci nel lago artificiale all’interno del parco di Levante. Inclusi un paio di esemplari di dimensioni notevoli: una carpa ed un pesce siluro.

Il suo nome scientifico è Prymnesium parvum e ha fatto strage di pesci “ibridi” immessi nello specchi d’acqua presente nella grande area verde pubblica che il Comune di Cesenatico ha appena acquistato da quello di Cesena, che ne era proprietario.

Non è la prima volta che capita una simile moria provocata da una microalga che, pur essendo visibile solo al microscopio, si rivela letale per la ittiofauna quando “fiorisce” nell’acqua.

Sono stati gli esperti di Daphne-Arpae ad analizzare i campioni d’acqua in cui hanno scoperto la presenza di quell’ospite, che non è pericoloso per l’uomo ma è un killer per i pesci.

La segnalazione da parte del Comune di Cesenatico è arrivata mercoledì scorso, quando sono stati notati sulla superficie e in prossimità delle sponde del laghetto ben 50 esemplari di pesci morti, due dei quali di dimensioni rilevanti.

Il prelievo di un campione di acqua, sottoposto alle analisi svolte presso il laboratorio del battello oceanografico di Cesenatico, Daphne Arpae, che in genere si occupa di monitoraggio del mare e alghe del mare, ha permesso di ricondurre la moria alla presenza della micro-alga Prymnesium parvum. Produce una tossina che è tossica solo per i pesci: le tartarughe che popolano il laghetto, per esempio, sono state trovate in perfetta salute.

Sul perché ci sia stata questa fioritura microalgale è difficile dare risposte certe. Può avere contribuito anche un fenomeno che a più riprese è stato segnalato da diversi naturalisti: la presenza nel lago di pesci “esotici”, o meglio non autoctoni, come giganteschi siluri che nulla hanno a che fare con i nostri habitat acquatici. Una volta rilasciati, si sono riprodotti in buon numero ed assieme ai gabbiani hanno falcidiato intere nidiate di anatroccoli. Servirebbe un monitoraggio di queste specie, per valutare se sia necessaria una bonifica per ricreare un equilibrio ecologico.

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