Sfida sui binari al treno in corsa Denunciati cinque ragazzini

Rimini

CATTOLICA. Cinque ragazzi minorenni, quattro maschi e una femmina, di età compresa tra quindici e diciassette anni, sono stati sorpresi dai carabinieri di una pattuglia dei carabinieri della tenenza di Cattolica mentre facevano dei giochi pericolosi nei pressi della linea ferroviaria, forse con lo scopo di documentare quelle incoscienti prove di coraggio attraverso dei “selfie” da scattare con i propri smartphone. I militari li hanno identificati (si tratta di studenti residenti in zona con le loro famiglie che frequentano lo stesso istituto superiore in provincia di Rimini): una volta avvertiti i genitori, adesso si sta valutando la possibilità di segnalare i ragazzi alla procura minorile di Bologna: potrebbero essere denunciati con l’accusa di interruzione di pubblico servizio per i disagi provocati alla circolazione dei treni. I fatti risalgono alla sera di venerdì scorso, 17 marzo, e – una volta segnalata l’anomalia della loro presenza a ridosso dei binari – i convogli in transito tra Rimini e Pesaro, in entrambe le direzioni, hanno infatti proceduto a passo molto ridotto per evitare eventuali investimenti.

Il gruppetto di amici avrebbe raggiunto la massicciata, poco dopo le venti, oltrepassando una recinzione non troppo alta, a due passi dal sovrappasso ferroviario di via Toscana, il proseguimento di via Oriolo. I ragazzi si sarebbero arrampicati fino alle transenne.

La loro presenza, però, è stata notata da un cittadino (un cattolichino di mezza età) che preoccupato per il comportamento dei giovanissimi, ha immediatamente chiamato il numero di emergenza dei carabinieri. L’operatore della centrale ha avvertito sia la pattuglia in servizio a Cattolica sia i colleghi della polizia ferroviaria che hanno allertato i macchinisti. Quando i carabinieri hanno raggiunto la zona gli adolescenti, assaporato il brivido del passaggio del treno a pochi centimetri da loro – accucciati e attaccati alle transenne per non essere risucchiati – erano già scesi dal “ponte”: sui loro telefonini non ci sarebbe stata traccia, però, di fotografie, anche se resta il dubbio che l’obiettivo fosse proprio quello di documentare, e magari pubblicare sui social, una testimonianza della loro sfida. Un atteggiamento pericoloso che rischia di trasformarsi in una moda e si sta pericolosamente diffondendo anche nel Riminese. Al gesto è già stata data una definizione: “daredevil selfie” (letteralmente: selfie temerario). Una sfida alla morte (sul ciglio di un pendio, come sul balcone di un palazzo) da documentare nel mondo digitale in cambio di un pugno di “like”. Nelle scorse settimane, come si ricorderà, un tredicenne calabrese è morto proprio travolto dal treno, mentre delle ragazzine in Lombardia sono state a loro volta sorprese a scattare foto con gli smartphone sui binari all’altezza di passaggio a livello, fino a un attimo prima dell’arrivo del convoglio, indifferenti ai richiami dei passanti che le imploravano di spostarsi. Grazie all’intervento dei carabinieri di Cattolica i genitori dei minorenni sono stati subito informati dell’accaduto e c’è chi tra loro, oltre alla ramanzina ai figli, si è già messo in contatto con i legali (Catia Gerboni è uno degli avvocati nominati dai genitori) per evitare ai ragazzi guai giudiziari. La sfida che spetta madri e padri è, al solito, la più ardua: quella dell’educazione di una generazione, i millennials, che ai richiami distruttivi tipici dell’età unisce la platea della piazza virtuale.

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