Commando armato assalta due gioiellerie

Rimini

MILANO MARITTIMA. L’hanno ribattezzata “la banda delle Renault”. Perché i malviventi armati che ieri pomeriggio hanno tentato l’assalto a due gioiellerie nel centro pedonale di Milano Marittima - a pochi passi dal Pineta - hanno utilizzato tre vetture della stessa casa automobilistica, tutte bianche e a quanto pare rubate, anche se resta da valutare il possibile coinvolgimento di un complice visto sfilare su una moto.

Sono le 16.54 quando il tranquillo passeggio primaverile nel salotto esclusivo della cittadina viene sconvolto. E’ a quell’ora infatti che la telecamera della ztl di viale Gramsci rileva il passaggio di una Captur, di una Scenic e di una Megane gt. Le auto procedono in fila a velocità sostenuta poi si fermano a metà del vialetto. La Scenic, con due malviventi a bordo, un po’ più avanti, all’altezza dell’oreficeria Guardigli. La Captur più indietro, davanti alla gioielleria Bartorelli, mentre dalla Megane scende un uomo incappucciato e armato che intima a tre operai che lavoravano nei negozi di fronte agli obiettivi presi di mira e che stavano sistemando il portico su un ponteggio: «Giratevi e non vi voltate». I lavoratori ubbidiscono e si rifugiano in un negozio asserragliandosi nel bagno mentre – come riferito da alcuni testimoni oculari – vengono esplosi dei colpi in aria e all’indirizzo di una delle gioiellerie. Sul posto non sono stati trovati bossoli; l’ipotesi è che l’arma utilizzata – una mitraglietta secondo le descrizioni – fosse una replica. Se era anche solo rumore, per i passanti è parso comunque estremamente realistico.

A quel punto i malviventi alla guida delle due vetture si sono messi in posizione e in retromarcia hanno cercato di usare le auto come arieti per sfondare le vetrine. Costretti a fare lo slalom tra alberi e panchine, non sono però riusciti a prendere velocità ed entrambe le vetrate delle gioiellerie hanno retto l’urto.

Secondo gli inquirenti (sul posto, oltre al comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Massimo Cagnazzo, si sono portati gli uomini del Nucleo investigativo di Ravenna e i militari della Compagnia di Cervia-Milano Marittima) probabilmente i banditi intendevano infrangere i vetri per arraffare preziosi e orologi esposti e fuggire; altra ricostruzione ritenuta altrettanto percorribile, è che con quell’azione a sorpresa volessero indurre gli orefici a fuggire per prenderli in ostaggio e svaligiare i negozi.

Ma i loro piani sono andati all’aria. Le vetrate antisfondamento hanno resistito e gioiellieri e commesse si sono asserragliati dentro, azionando la chiusura delle serrande e allertando le forze dell’ordine. Così al commando – senza dubbio composto da professionisti; oltre ad agire a volto coperto hanno cosparso di schiuma gli abitacoli delle macchine per coprire eventuali impronte e altre tracce biologiche – è restato altro da fare che scappare.

I malviventi salgono sulla Megane e percorrendo contromano il vialetto da cui erano arrivati si allontanano a tutta velocità, abbandonando poi la vettura vicino al cimitero di Milano Marittima dove verrà ritrovata un’ora più tardi. Dal primo al secondo passaggio sotto il varco della ztl sono passati solo un minuto e quindici secondi.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui