Le pene meno severe attirano i criminali

Rimini

BOLOGNA. Pene meno severe e carceri non davvero invivibili. E così molti criminali, soprattutto dell'est Europa, preferiscono farsi incriminare in Italia. A dirlo è Ignazio De Francisci, procuratore generale presso la Corte d'Appello di Bologna, oggi all'inaugurazione dell''anno giudiziario dell'Emilia-Romagna. In poche parole, incalza De Francisci, "agli occhi della criminalita'' dell'est Europa, la commissione di delitti in Italia è operazione più lucrosa e meno rischiosa che in patria. E alle loro carceri sono preferibili le nostre". A questo proposito, il procuratore cita le "frequenti campagne giornalistiche" sulle pessime condizioni di vita dietro le sbarre. Ma se le carceri italiane "fossero talmente invivibili come vengono descritte rispetto a quelle di altri Paesi europei- sottolinea De Francisci- gli stranieri non preferirebbero eseguire le pene qui. Anche se di questo nessuno parla".
Il procuratore spiega che "accade sempre più di frequente che questi individui, spesso di origine rumena, chiedano di scontare in Italia non solo le pene inflitte dai nostri giudici, ma anche quelle inflitte all'estero, non ancora scontate e per le quali magari sono ricercati con mandato d''arresto europeo".
Secondo il procuratore, la scelta è legata alle "differenze di trattamento, regime penitenziario e benefici ottenibili da noi in sede di esecuzione". De Francisci cita ad esempio la liberazione anticipata, non prevista in Romania, e l'indulto. "Il vantaggio di una esecuzione penale in Italia è evidente- insiste il procuratore- con il risultato che le persone sfruttano la legislazione europea, nata per altri fini, come un'occasione per farsi ridurre la pena o comunque per ottenere benefici che nei loro Paesi non avrebbero".

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