«Maltrattato dalla maestra elementare»
In futuro dovrà essere un giudice a stabilire se la maestra abbia semplicemente svolto il suo compito al meglio cercando di spronare il piccolo. O se invece si sia trasformata in un “mostro” capace di aggredire (verbalmente) un bimbo indifeso tanto da spaventarlo in maniera irreversibile.
E’ stato infatti sancito in questi giorni che la maestra in questione debba essere processata. Col reato ipotizzato di “Abuso dei mezzi di correzione”.
I fatti sono stati denunciati dai carabinieri di Cesenatico ormai quasi un paio di anni fa. Così la maestra (poco più che quarantenne) ed il bimbo (oggi alle Medie) non frequentano più lo stesso ambiente scolastico.
Non daremo riferimenti in più sui protagonisti della vicenda per non rendere identificabile in automatico (con l’insegnante) anche chi sia il piccolo coinvolto nella situazione.
Si tratta di un bambino che ha contemporaneamente problemi di salute (una malattia congenita) e qualche problema di apprendimento. Per il quale secondo le accuse, la maestra (difesa dall’avvocato Valerio Girani) non si prodigava a dovere anzi...
Nel corso delle indagini svolte dai carabinieri di Cesenatico dopo la denuncia, è emerso che in più occasioni, nel corso dell’anno scolastico 2014/2015, la donna avrebbe abusato dei mezzi di correzione ai danni dell’alunno.
In particolare, in più occasioni, ricostruite nei loro dettagli dai militari stessi per conto della procura della Repubblica, la maestra avrebbe fatto riferimento in modo sprezzante ed improprio allo stato di salute del bambino, dicendo che “non aveva un infarto” e che quindi non poteva comportarsi come voleva, lo mortificava ripetutamente dandogli dell’“asino”, lo minacciava che, se non si fosse presentato alle sue lezioni, sarebbero intervenuti i carabinieri ed avrebbero arrestato i genitori e, in un giorno in particolare, lo allontanava dalla lezione, lasciandolo per circa un’ora da solo nello spogliatoio della palestra. L’effetto è stato quello di cagionare all’alunno uno stato di perdurante turbamento emotivo, acuito dallo stato di svantaggio dovuto alle proprie condizioni psico-fisiche, ed un conseguente pericolo per l’equilibrio psichico dello stesso.
Questo è quanto sostiene la Procura dopo le indagini svolte. Che, va detto, sono nate da una denuncia dei genitori dopo quanto il figlio aveva loro riferito nel tempo. Accuse che al momento, attendendo il processo ed a 2 anni circa dai fatti, non hanno portato né ad un provvedimento cautelare chiesto da parte della magistratura di sospensione della maestra, né da decisioni simili, sempre in attesa di giudizio, da parte della scuola o del provveditorato.