«Una cordata per salvare il cicloturismo»

Rimini

CESENATICO. Le strade nostrane sono sempre più impraticabili ed i cicloturisti se ne vanno altrove. Un segmento sportivo e turistico che la riviera romagnola, ed in particolare Cesenatico, si era “inventata”, rischia di convolare verso altre mete. Proprio perché le strade che dal mare conducono verso gli scorci panoramici collinari sono tenute male, fino a diventare in certi casi molto pericolose per chi le percorre pedalando.

Il coro sconsolato ed irritato è pressoché unanime. Gli albergatori, loro malgrado, sono costretti ad incassare gli sfoghi dei clienti e rabbonirli ogni volta che lamentano che le strade sono tempestate da buche, crepe, fenditure ed avvallamenti, sbriciolate e sdrucciolevoli, senza più il manto d’asfalto.

La “Fausto Coppi”. Il presidente del team “Fausto Coppi”, da cui è nata la “Nove colli”, la gran fondo più amata e partecipata d’Europa, arriva a dire di essere disposto a formare una cordata, una sorta di Ati (associazione temporanea di imprese) per rimettere a posto i percorsi su cui i ciclisti pedalano, mettendoci risorse di tasca propria. «E’ da una mezza dozzina di anni che le nostre strade si trovano in questo stato penoso - denuncia Alessandro Spada, presidente dello storico sodalizio - Sono impresentabili ad un cicloamatore che arriva dall’estero. Per otto mesi all’anno abbiamo in Romagna comitive, gruppi sportivi italiani e stranieri in giro in bicicletta per il nostri borghi, castelli e paesi, ad allenarsi in un panorama unico, dove il mare e la collina s’incontrano, fino alle propaggini del Monte Fumaiolo e delle Foreste Casentini. A far difetto sono solo le strade». Quindi Spada fa notare che in Riviera il ciclismo non è solo sport è soprattutto turismo. «Tanto che se c’è qualcosa da correggere al sacrosanto sfogo di Fondriest è che non si tratta di perdere 15 mila cicloturisti. Sono tanti di più. Solo la Nove Colli ne fa tra i 12 e i 13 mila in una sola volta. E’ un peccato perderli, famiglie e accompagnatori compresi, solo perché le nostre strade sono dissestate ed insicure. E’ un danno per tutti: per gli albergatori, per le aziende, per l’immagine di tutto il territorio».

Con il venir meno delle Provincie, che avevano competenze specifiche sulla viabilità di collegamento, c’è stato una scadimento anche sullo stato di manutenzione delle strade?

«Non può escludersi che questo possa essere stato un fattore - è l’opinione di Spada - Alcuni dirigenti provinciali che ho incontrato mi hanno risposto laconici “noi abbiamo i badili ma il portafoglio è sempre più vuoto». Ciò la dice lunga sulla situazione. E il risultato è che negli ultimi tempi sono aumentati gli incidenti stradali nei quali sono coinvolti ciclisti. Le strade così malmesse, dissestate e sdrucciolevoli a bordi fanno sì che per non cadere e forare i ciclisti siano portati a convergere verso il centro della carreggiata. D’altronde, ciclisti e pedoni sono utenti deboli della strada e quando queste sono maltenute e mal segnalate finiscono sempre per farne le spese».

Le strade più “da bollino nero” vengono giudicate quelle «di collegamento tra il mare, l’entroterra e la collina». Attorno a Cesenatico il timoniere della “Fausto Coppi” indica in particolare, oltre a via Cesenatico, la via San Pellegrino a Villalta.

Poi ecco una proposta a sorpresa: «Come team “Fausto Coppi” siamo pronti a prenderci l’impegno di sistemare alcune strade, purché la cosa coinvolga più associazioni, aziende ed enti in cordata».

Gli albergatori. Dante Delvecchio storico albergatore di Cesenatico, già presidente di Apt forlivese e dell’Adac, non ha dubbi: così come sono le strade non vanno bene ed i cicloturisti preferiscono sempre più spesso destinazioni come la Croazia, la Slovenia o l’isola di Maiorca. «E dire che siano stati proprio noi a Cesenatico ad inventato il cicloturismo - ricorda Delvecchio - Da qui si è diffuso ovunque sulla costa dell’Emilia-Romagna, ma ora lo stiamo poco a poco perdendo, soprattutto per via delle condizioni in cui versano le nostre strade. E dire che dal mare all’Appennino ogni borgo offre una storia, una sorpresa, un panorama, una peculiarità tipica per mettersi a tavola. Gli alberghi sono attrezzati per fare trovare al cicloturista tutto quanto serve, ma ogni volta siamo costretti a sentire dai nostri ospiti la solita tiritera sulle strade proibitive per pedalarci. Io provo a rincuorarli e a dirgli di avere pazienza. Ma sempre più spesso turisti tedeschi, austriaci, svizzeri preferiscono altre mete, magari sempre vicine al mare ma con strade che sono lisce quasi come un biliardo. Noi attendiamo invece da vent’anni che vengano sistemate. Ieri sono andato in giro in bicicletta e già per raggiungere Savignano da Cesenatico è tutta una strada dissestata».

Arlotti. Sulla questione interviene anche Tiziano Arlotti, deputato riminese del Pd, promettendo che si impegnerà perché vengano messe in atto «politiche che abbiano particolare attenzione per la cura, la valorizzazione, la manutenzione e la tabellazione dei percorsi cicloturistici della Riviera e delle varie vallate. Sarebbe opportuno che le amministrazioni locali potessero intervenire destinando risorse a progetti specifici, col sostegno di finanziamenti statali, secondo il modello di compartecipazione già previsto nel decreto Cultura e turismo».

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