Il ministero boccia le trivelle di fronte a Rimini

Rimini

RIMINI. «La mobilitazione civica contro le trivellazioni in mare Adriatico ottiene un primo grande successo anche in provincia di Rimini». Il coordinamento Sos Adriatico Rimini esulta perché il 29 gennaio scorso «è stata integralmente rigettata dal ministero dello Sviluppo economico un’istanza di concessione di coltivazione di Eni proprio di fronte alle coste di Rimini. Motivo? Interferisce interamente con i divieti previsti dalla normativa ambientale in vigore». La concessione denominata d 39 A.C-.EA interessava un’area di 103,6 chilometri quadrati all’interno di aree vietate a nuove attività di estrazione e - secondo il ministero - infrangeva le norme introdotte dalla Legge di stabilità 2016 che vieta nuove operazione di ricerca ed estrazione di idrocarburi all’interno delle 12 miglia marine (circa 20 chilometri).

«Ora che la concessione è stata definitivamente rigettata - sottolinea Sos Adriatico -, non solo Eni non potrà procedere all’installazione di nuovi pozzi per le attività in mare, ma dovrà anzi smantellare la piattaforma denominata Benedetta 1, costruita nel 2006, in totale sicurezza e nel rispetto dell’ambiente circostante».

Un primo importante risultato per i movimenti riminesi che, attraverso la campagna Sos Adriatico, Rimini per un mare senza trivelle si stanno opponendo da molti mesi alla strategia energetica degli ultimi governi e centrata sull’utilizzo dei combustibili fossili: «Nonostante gli accordi sottoscritti alla Cop21 di Parigi e nonostante l’emergenza inquinamento ormai cronica nelle nostre città, le politiche ambientali sostenibili restano un miraggio» commenta il coordinamento.

Assieme alla concessione di Rimini vengono rigettate altre 26 istanze sul territorio nazionale (tra le quali anche il discusso progetto Ombrina Mare in Abruzzo). Il risultato è stato ottenuto sulla scia della richiesta da parte di ben 9 regioni di un Referendum abrogativo sulla materia estrattiva, che ha costretto il governo a un parziale dietrofront proprio attraverso alcuni emendamenti alla Legge di stabilità, ma che vedrà comunque i cittadini alle urne la prossima primavera.

«E’ un momento da celebrare. Un successo fondamentale per un territorio che vive di turismo e deve individuare nella tutela del mare una priorità assoluta - dicono da Sos Adriatico -. Invitiamo tutti i cittadini, che in questi giorni hanno guardato con sgomento al mostro marino apparso al largo di Cesenatico, ad attivarsi con noi. Il rischio trivellazioni è reale, e riguarda tutto il territorio e il mare italiano, soprattutto oltre le 12 miglia, Rimini compresa. In materia di produzione energetica bisogna voltare pagina in maniera definitiva, abbandonando le estrazioni». Importante sarà il referendum di primavera che i comitati vorrebbero accorpare con le Amministrative «per risparmiare centinaia di milioni pubblici e allargare la base votante».

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