Le dimissioni del vicesindaco Savini

Rimini

CESENATICO. Era nell’aria già da qualche tempo, ieri è arrivata la conferma ufficiale: Vittorio Savini si è dimesso dalla carica di vicesindaco. Ha consegnato al sindaco Roberto Buda le deleghe a turismo, sport e attività produttive ricevute 4 anni fa all’indomani della vittoria del centrodestra.

 

Un super assessorato che lo ha portato a essere uno dei più stretti collaboratori del sindaco. Riscuotendo un certo apprezzamento tra associazioni di categoria e forze politiche, anche di opposizione, agevolato un po’ dal carattere gioviale e di non essere mai stato di stretta militanza partitica.

Savini se ne va guardandosi bene dal fare polemiche, specie contro la Lega nord. In precedenza suo partito di riferimento, che poi lo ha espulso e ne ha chiesto la sostituzione in giunta. Savini il “passo falso” per la Lega lo fece quando si dissociò dalla terza manifestazione anti profughi, con il segretario nazionale Matteo Salvini in diretta tv a Canale 5 di domenica pomeriggio, alla vigilia delle elezioni regionali.

Ora Savini, per salvaguardare la permanenza del sindaco e la continuità della legislatura, se ne va, con un gran carico di amarezza. Non dà tuttavia addio alla politica ma formula un più “sibillino” arrivederci. Si augura che nei nuovi assetti politici amministrativi sia il sindaco Buda a ricoprire un assessorato chiave come il turismo. «Do le dimissioni per il bene della città - è il commiato di Savini -. L’unico rammarico è quello di aver seminato tanto in Italia e all’estero. Quest’anno avremmo dovuto raccogliere i frutti. Lascio uno staff ben oliato, sempre improntato al dialogo, che ringrazio». Savini ringrazia l’intero consiglio comunale, prefetto, comandante della polizia municipale, forze dell’ordine e associazione che hanno collaborato con lui. Quanto alla giunta di cui fino a ieri ha fatto parte scandisce: «Dico grazie per il sostegno ricevuto al sindaco Roberto Buda, agli assessori Mauro Bernieri e Lina Amormino». Mancano i nomi degli altri assessori Fattori e Tavani. Poi riprende: «Ho sempre cercato di dare il mio modesto contributo a questa squadra mettendo anche in secondo piano il mio lavoro di artigiano. Comunque il mio non sarà un addio, ma un arrivederci. Chiedo scusa ai miei sostenitori di non avere portato a termine i miei 5 anni. Ma per forza maggiore e per non mettere in difficoltà il consiglio comunale, il sindaco e la città ed evitare le elezioni anticipate ho preferito rassegnare le dimissioni».

 

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