Due sconticini sull'Imu e più lavori

Rimini

CESENA. Imu alleggerita per alcune categorie. Rilancio in grande stile degli agonizzanti lavori pubblici ma col sacrificio della vendita di alcuni “gioielli di famiglia”. Spending review generale per abbattere di 3,3 milioni i costi totali della macchina e dei servizi comunali. Sono i principali pilastri su cui poggia la proposta di bilancio preventivo 2015, che il vice sindaco Carlo Battistini ha presentato ieri in consiglio comunale.

L’attesa più spasmodica, come avviene puntualmente, era per il livello di tassazione. Il sindaco Paolo Lucchi aveva da subito annunciato l’intenzione di diminuirle un po’. Carlo Battistini ha spiegato che l’operazione si concretizzerà in tre mosse e ha dettagliato quali saranno i fabbricati che ne beneficeranno. Il primo “sconticino” è stato deciso per lanciare un segnale alle imprese. L’aliquota Imu sui fabbricati strumentali usati per l’attività d’impresa (quindi non quelli concessi in affitto a terzi) verrà abbassata da dal 10,6 al 10 per mille. Il 7,6 va allo Stato e quindi è sulla parte restante che il Comune ha rinunciato alla quota dello 0,6, un quinto di quella che avrebbe introitato mantenendo inalterata la tassazione, al massimo livello, come è stato fatto quest’anno. Più consistente la riduzione dell’Imu che si deve pagare sulle abitazioni date in comodato gratuito a parenti di primo grado, che a Cesena sono molto numerose. Si vuole scendere da un’aliquota dell’8,6 per mille ad una del 7,6. L’altro intervento annunciato è la no tax area per le imprese che nasceranno. Nel loro insieme queste tre misure toglieranno alle casse comunali, lasciandole nelle tasche di alcuni contribuenti, circa 900 mila euro.

In compenso, si conta di intensificare la lotta contro l’evasione fiscale: da questa fonte dovrebbero arrivare quasi 1,3 milioni.

La novità più di rilievo riguarda però gli investimenti. Da qualche tempo erano impantanati attorno ad una quota di 12 milioni all’anno. Nel 2015 la prospettiva era quella di precipitare addirittura a 8 milioni. E allora, nella convinzione che per dare un po’ d’ossigeno all’economia serve anche un rilancio delle opere pubbliche, si è deciso di prelevare le risorse necessarie per aprire più cantieri dalla vendita di una fetta significativa del patrimonio comunale: una parte delle azioni di Hera ed un paio di palazzi storici. Una scelta che dovrebbe permettere di mettere in circolo 18,7 milioni da destinare a vari lavori.

 

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