Amore, fede, coppie gay: frattura nel mondo scout

Rimini

CESENA. Famiglia, amore, religione, fede, coppie gay. Un dibattito accesissimo ultimamente, che a Cesena trova sfogo in una petizione che in questi giorni è iniziata e che ha già raccolto oltre un centinaio di adesioni.

Il contesto è particolare. Riguarda il mondo Scout che a Cesena ha una larghissima partecipazione. Un universo educativo che punta dritto al cattolicesimo e ad una strada di servizio agli altri da percorrere in unità per crescere insieme.

In questo momento il mondo scout cesenate pare attraversato da una frattura. Una crepa che divide i concetti di famiglia, amore e coppie omosessuali.

Tutto prende vita nell’agosto scorso quando si è conclusa a San Rossore, la Route Nazionale dei Rovers e delle Scolte Agesci con la consegna ai 30.000 giovani partecipanti, al cardinal Angelo Bagnasco ed al presidente del consiglio Matteo Renzi, di un documento intitolato “Carta del coraggio”

«Tale documento, nonostante gli elementi positivi e le apprezzabili manifestazioni d’impegno che esprime, nel paragrafo sull’Amore contiene, tuttavia, alcune affermazioni che si pongono in aperto contrasto con gli insegnamenti dottrinali e morali della Chiesa Cattolica. Vi si legge... “Considerando la famiglia (intesa come qualunque nucleo di rapporti basati sull’amore e sul rispetto)… chiediamo alla Chiesa di accogliere e non solo tollerare qualsiasi scelta di vita guidata dall’amore… chiediamo alla Chiesa di mettersi in discussione e di rivalutare i temi dell’omosessualità, della convivenza e del divorzio”».

A sottolineare questo passaggio sono Roberto Iacuzzi, Ezio Monti e Don Luigi Moretti che parlano per tutti i firmatari di una sottoscrizione pubblica, che conta già 107 adesioni e che verrà inviata ai vertici nazionali dell’Agesci una volta completata.

«Da quel documento emerge complessivamente, una coscienza povera e confusa di ciò che significa “essere Chiesa” confermata, fra l’altro, dall’oggettiva sproporzione fra l’interesse e la consapevolezza riservati a temi, sicuramente importanti, della vita sociale e politica del nostro Paese (e non solo) e quelli dedicati, invece, alla proposta cristiana e alla Chiesa Cattolica, che è l’alveo naturale e vitale della sua realizzazione.

Tale innegabile sproporzione rappresenta, a nostro parere, un segnale eloquente della qualità dell’esperienza e del percorso educativo che connotano, evidentemente, una parte significativa delle Comunità dei Rovers e delle Scolte italiane. Infatti, in tal modo la “Carta del Coraggio”, invece di riaffermare con chiarezza la bellezza di una proposta educativa fondata sull’insegnamento di Cristo e il Magistero della Chiesa, su temi fondamentali come quelli suindicati segue, di fatto, le mode del momento, addirittura sollecitando la Chiesa a fare altrettanto.

Questo rappresenta un cedimento grave al relativismo etico e al conformismo dilagante.

Il “Patto Associativo” e lo Statuto dell’Associazione dicono invece con chiarezza che la scelta cristiana è considerata fondamentale per l’appartenenza associativa».

Non c’è dunque assonanza tra l’idea di associazione ed educativa di chi propone la petizione cesenate e quanto consegnato nelle mani del cardinal Bagnasco, del presidente del consiglio e dei tanti presenti quel giorno d’agosto.

Lo sottolineano chiaramente il primo centinaio di firmatari della sottoscrizione: capi Scout ed assistenti ecclesiastici Agesci in servizio educativo, ex-capi Scout che hanno svolto, per anni, il medesimo servizio, genitori che hanno tuttora i propri figli iscritti all’Agesci. «Certi entusiasmi affrettati per le ideologie del momento, come anche certi complessi di inferiorità, più o meno mascherati, di fronte a proposte socio-culturali di matrice agnostica o atea, si spiegano solo con una carente conoscenza di Cristo e del suo ruolo. Compito fondamentale dello Scoutismo Cattolico, pertanto è, e deve restare, quello di dirigere lo sguardo dei nostri bambini, ragazzi e giovani scout e di indirizzarne la coscienza e l’umanità verso il mistero di Cristo, ivi comprese la necessaria sensibilità e l’indispensabile educazione all’impegno sociale e politico e l’attenzione alle persone più deboli, svantaggiate ed emarginate. Se non sarà così l’impegno profuso è destinato ad essere il frutto di un volontarismo generoso ma inconcludente: pronto prima o poi, a sciogliersi, come neve al sole, nell’impatto con le difficoltà della vita adulta».

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