Piazza Libertà: comitato con le armi spuntate

Rimini

CESENA. Il comitato “Piazza della Libertà” cerca sostenitori. Costituitosi ufficialmente nei giorni scorsi, al momento conta solo nove persone tra residenti e commercianti ed è presieduto da Marco Giangrandi.

«È un comitato civico di cittadini convinti che il parcheggio di piazza della Libertà debba essere mantenuto - ha spiegato Giangrandi all’inizio di un’animata assemblea pubblica che si è svolta l’altra sera nella sala Auser - Il comitato è aperto a chiunque voglia dare un contributo. Il nostro unico scopo è chiedere che la sosta sia mantenuta: se non così com’è attualmente, si rivalutati l’ipotesi originaria di un parcheggio interrato».

Se da un lato c’è chi spera di liquidare il dibattito semplicemente etichettandolo come superato, dall’altro ci sono diversi commercianti e residenti determinati a dire no alla pedonalizzazione di una piazza che dovrebbe cambiare radicalmente volto attraverso lavori di riqualificazione che potrebbero partire la prossima estate, subito dopo la festa di San Giovanni.

Il comitato è parso animato da una sana voglia di partecipazione, ma pecca di ingenuità e ha una scarsa conoscenza della storia della piazza e delle precedenti battaglie fatte per mantenere la sosta.

Giangrandi ha detto che «occorre distinguere tra cosa è giusto e cosa serve. Se da un lato è giusto promuovere una mobilità diversa attraverso i parcheggi scambiatori, dall’altro non si può ignorare la necessità di garantire anche l’accesso e la sosta veloce al centro». Ne fa una questione di mentalità: «Nel paese dove la più grande industria è la Fiat e ogni famiglia ha almeno due auto non si può avere la pretesa che i cittadini si abituino a frequentare il centro muovendosi con mezzi alternativi in un paio di mesi». Poi Giangrandi ha cercato di smontare alcune obiezioni: «Se fare il parcheggio interrato costa troppo, basta ricorrere al project financing o al partnerariato pubblico-privato. E a chi dice che il parcheggio interrato non si può fare perché i carotaggi fatti anni fa avevano mostrato la presenza di reperti, chiedo di pensare a lungo termine. Se i reperti ci sono, li toglieremo. Magari i lavori dureranno due anni invece che uno, ma lasceremo ai nostri figli un centro storico migliore e più accessibile. Nelle venti pagine del programma di Lucchi - ha proseguito - a piazza della Libertà viene dedicato un solo trafiletto nel quale si parla genericamente di riqualificazione. Se mi sono mosso solo ora per oppormi alla cancellazione del parcheggio è perché ignoravo, così come la maggior parte dei cesenati, che il progetto di riqualificazione a cui faceva riferimento Lucchi non era quello originario, che prevedeva il parcheggio».

Il piano di azione del comitato è chiaro: raccogliere adesioni, fondi e firme per mandare un segnale chiaro al sindaco, coinvolgere le associazioni di categoria alle quali viene chiesta una presa di posizione (ignorando che in realtà si sono già espresse più volte sulla questione) e aprire un dialogo con l’amministrazione. Un approccio che tra il pubblico in diversi hanno giudicato troppo soft. A chi ha chiesto cosa si farà se questi tentativi falliranno non è stata data alcuna risposta. Così come è caduta nel vuoto la proposta di una settimana di sciopero dei commercianti.

Hanno preso la parola anche Luigi di Placido ed Antonella Celletti, volti storici della politica locale e protagonisti della battaglia su piazza della Libertà fin dalle origini. Il primo ha dichiarato che «se si vuole portare avanti questa battaglia, bisogna farlo con gli argomenti giusti. Non è vero che non ci sono i soldi per piazza della Libertà: sono già stati messi a bilancio. Il progetto è cambiato da tempo: il progettista che era stato pagato per fare quel progetto è stato ripagato per modificarlo. E il referendum che qualcuno in questi giorni acclama potrà essere solo consultivo e di quartiere: lo statuto comunale esclude infatti che si possano fare referendum cittadini su progetti esecutivi». Celletti, che ha aderito al comitato in quanto residente, ha affermato che «molte persone solo oggi capiscono l’importanza di una battaglia che facciamo da 15 anni. Il mio pensiero va a quei 130 commercianti che per primi, anni fa, ci misero la faccia e vennero a protestare. Presto in centro storico vivranno solo studenti e extracomunitari e non sono certo loro a fare la famosa città smart. Non ci dobbiamo fermare qui, perché questo sindaco può essere anche mandato via».

 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui