Autovelox: tutti assolti gli otto imputati

Rimini

RONCOFREDDO. Tutti assolti con la formula più ampia. Dall’unica imputata per cui anche l’accusa aveva chiesto il proscioglimento a chi aveva avuto una richiesta accusatoria di due anni di pena. Il caso è quello dell’autovelox usato sulla E45 dal Comune di Roncofreddo. La sentenza è stata letta ieri pomeriggio dal Presidente Giovanni Trerè coi giudici Massimo De Paoli e Roberta Dioguardi dopo 3 ore di camera di consiglio.

Le imputazioni, come detto, avevano portato la Procura a richieste pesanti. Una lunga indagine della Stradale aveva portato gli imputati a dover rispondere di aver affidato ad una ditta esterna la gestione dell’autovelox sulla E45 (abuso d’ufficio) e non aver reimpiegato parte dei proventi delle sanzioni pecuniarie (circa 5.000 all’anno) in opere per la sicurezza stradale.

Era la parte sostanziale delle imputazioni con le quali a vario titolo erano alla sbarra 8 persone: tutte facenti capo o al Comune di Roncofreddo o all’azienda esterna che gestiva il velox e le sanzioni rilevate dalla polizia municipale.

Sul caso, dagli albori, si erano impegnati i pm Filippo Santangelo e Antonio Bartolozzi: migliaia di multe che venivano fatte dalla Pm del Comune roncofreddese, che sulla E45 ha un tratto di appena poche centinaia di metri. E’ una parte della stessa inchiesta che ha coinvolto pure il comune di Verghereto e che sta viaggiando su binari differenti e con “attori” diversi (6 i rinviati a giudizio in quel caso).

Per Roncofreddo dovevano rispondere delle varie accuse il sindaco di allora Franco Cedioli ed altri 7 tra rappresentanti della Pm e gestori di autovelox delle ditte private: ovvero il longianese 62enne Renzo Maroni, la riminese 42enne Federica Serafini, la cesenate 42enne Katia Pierantozzi, il riminese Paolo Molari di 48 anni, il 28enne soglianese Daniele Carlini, la trevisana 51enne Graziella Gobetti (unica per cui anche la procura aveva chiesto il proscioglimento) ed il trevisano 47enne Santoro Tarquillino dell’azienda Euten di Terni.

Gli imputati erano difesi dagli avvocati Luca Castagnoli, Mauro Guidi, Marco Martines, Pietro Senni e Roberto Chiaranti.

Se per gli amministratori l’accusa principe era abuso d’ufficio e per i tecnici dell’azienda privata era di aver ricevuto proventi “a cottimo” sul numero di multe anziché tramite un “appalto standard” a costo fisso, comandante ed agenti della polizia municipale coinvolti erano accusati di falso ideologico in atto pubblico: ovvero di aver nella redazione delle sanzioni stilato delle parti non veritiere almeno su quanto riguarda la visibilità e funzionalità delle macchine per il velox e della cartellonistica necessaria per la contestazione delle infrazioni legate alla velocità.

L’ascolto delle testimonianze ha evidentemente dato chiarezza ai giudici su come venivano eseguiti i controlli e sulla bontà delle procedure d’appalto stilate nel tempo. Di qui l’assoluzione i cui dettagli esatti, però, si conosceranno solo con le motivazioni che saranno fruibili non prima di 60 giorni.

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