Gesturist, 6 richieste di rinvio a giudizio

Rimini

CESENATICO. Sei richieste di rinvio a giudizio per Gesturist. Sono quelle inviate al Giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Forlì dal procuratore Sergio Sottani e dal pubblico ministero Filippo Santangelo. Riguardano i personaggi più in vista dell’inchiesta, mentre la posizione dell’altra metà degli indagati, composta da tecnici che avevano lavorato sulla scissione, risulta archiviata.

La richiesta di rinvio a giudizio ha colpito Terzo Martinetti, che è stato nel tempo direttore generale, procuratore speciale, consigliere e amministratore delegato di Gesturist; l’ex direttore generale del Comune, Anna Maria Ori; l’ex sindaco Nivardo Panzavolta, l’ex presidente di Gesturist, Giancarlo Paganelli; il ferrarese Stefano Grandi, presidente di Gesturist Spa dal 28 marzo 2011; il consulente riminese Roberto Camporesi. La richiesta è datata l’11 luglio scorso, ma è stata resa nota solo ora.

Vari i capi di imputazioni per cui viene richiesto il rinvio a giudizio. Su Martinetti, Panzavolta e la Ori pende «la ricostruzione di una falsa rappresentazione della realtà circa l’esistenza di un preesistente diritto di prelazione dei soci» di Gesturist sul patrimonio societario del Comune, inducendo in errore i consiglieri comunali che hanno votato la delibera del 2010, «procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale ai soci non pubblici» tramite la clausola sulla prelazione. Per questo viene chiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e falso materiale.

Paganelli e Martinetti sono accusati, in concorso e nella qualità di incaricati di pubblico servizio, di aver chiesto per Cesenatico Servizi srl nell’ultimo giorno dell’amministrazione Panzavolta, il 31 maggio 2011, la cessione di crediti pro-soluto al Comune di oltre 3 milioni e mezzo di euro, mentre quelli spettanti e poi certificati ammontavano a poco più di 750mila euro.

Grandi e Martinetti sono accusati di aver procurato un danno al Comune di quasi 55mila euro per un pagamento in 4 tranche erogato in virtù di un atto falso prodotto da sconosciuti in nome e per conto di Cesenatico Servizi srl.

Infine, i 6, con ruoli diversi, sono accusati di truffa in concorso, perchè grazie a compiacenti consulenze tecniche avrebbero “gonfiato” i valori dei beni di proprietà e di fusione. Il danno per il Comune sarebbe superiore ai 4 milioni di euro.

Il pubblico ministero Santangelo ripercorre nella richiesta di rinvio a giudizio le tappe del percorso che hanno portato alla contestata fusione. Con un lungo excursus che affronta anche i verbali delle varie riunioni, secondo l’accusa, le anomale valutazioni hanno provocato un vantaggio a favore dei privati e un danno nei confronti del Comune. La cifra complessiva di sopravvalutazione di 4.039.635 euro sarebbe dovuta per 2.172.635 euro da sopravvalutazione dei servizi di manutenzione, per 1.067.000 da sopravvalutazione della partecipazione della Vena srl, per 800mila da crediti inesigibili.

 

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