Ombra russa sul distretto calzature

Rimini

SAN MAURO PASCOLI. Definirlo un fulmine a ciel sereno è poco, soprattutto nel distretto di San Mauro Pascoli, che è tra i primi a scommettere su questo mercato, dove la domanda pareva non fermarsi mai. L’annuncio dell’embargo al sistema moda e tessile italiano da parte della Russia di Putin ha raddrizzato le antenne della preoccupazione, anche se per ora pare limitato agli acquisti tra enti statali.

Il rischio che però possa estendersi anche al settore privato è tutt’altro che campato in aria visto il modus operandi dello “zar” russo. Una notizia di questo genere, nel pieno del Micam a Milano, in corso in questi giorni, non può che destare allarme nel mondo imprenditoriale.

«Il nuovo embargo su calzature e abbigliamento, per ora, è limitato - afferma Gimmi Baldinini - Se si allargasse, sarebbe un disastro. La Russia è il mio cliente più importante: non oso immaginare le conseguenze sulla nostra azienda».

Preoccupazione anche da Roberta Alessandri, amministratore di “Smart Leather”: «Già nell’ottobre scorso, in concomitanza con la fiera a Mosca della calzatura, in prossimità della minaccia delle sanzioni europee alla Russia, si erano manifestate le prime reazioni, facendo crollare gli ordini». La situazione attuale? «Sia in Russia che in Ucraina, ho tanti clienti, amici, un popolo che mi ha accolto circa dieci anni fa. Sono in contatto con loro quasi quotidianamente e leggo le incognite legate all’andamento economico, intrecciando il mio pensiero con le loro percezioni, i loro racconti e il loro punto di vista. Gente comune, operatori commerciali, danneggiati anch’essi dalle risoluzioni del governo di Mosca. Pure loro hanno conosciuto un certo benessere con l’apertura all’Occidente, con le importazioni dei prodotti e della cultura italiana». Ma cosa pensano i russi della crisi? «Sono offesi dall’Europa, non si sentono degli invasori. Hanno un forte senso patriottico. Si stanno riorganizzando in modo veloce per diventare autosufficienti dal punto di vista agroalimentare. E per la moda stanno già acquistando da altri fornitori».

«Per il momento la situazione è sotto controllo, anche se suscettibile di evoluzioni - spiega Massimo Ferretti, presidente di “Aeffe Group”, che controlla il marchio Pollini - Abbiamo avviato uno stretto monitoraggio dell’area con aggiornamenti frequenti da parte dei nostri partner commerciali. La speranza è che prevalgano le ragioni del buon senso, anche se è difficile fare previsioni».

Preoccupazioni arrivano anche da Cna Federmoda Forlì-Cesena: «La Russia è un mercato strategico per le imprese del tessile e della moda in generale, in particolare nel nostro territorio. Un blocco dell’export sarebbe un fatto estremamente grave, che colpirebbe non solo i grandi marchi ma tutta la catena della subfornitura. Ci auguriamo vivamente una soluzione positiva e pacifica di tutta questa vicenda».

Concretamente cosa sta facendo Cna Forlì per sostenere le imprese in questo grave momento di incertezza? «Da diversi mesi abbiamo sviluppato un’apposita area dedicata all’analisi dei mercati con maggiore potenziale, investendo risorse in un pool di esperti che possono soddisfare i bisogni di internazionalizzazione delle aziende, tramite una progettazione ad hoc su bandi regionali. Il sito www.cnaromagnaestero.it va in questa direzione». (ff)

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