Più gente, niente musica

Rimini

CESENA. Visto che si tratta di una “festa” che va avanti da 5 anni anche dopo il blitz scorso delle forze dell’ordine pure questo giovedì il ritrovo era stato confermato. Non c’era più la musica (gli impianti erano stati sequestrati la volta scorsa) ma c’era molta più gente delle settimane scorse: quasi 500 persone due sere fa a ridosso dello skate park al parco Ippodromo. Polizia, carabinieri e polizia municipale sono tornati sul posto a controllare. Le verifiche si sono svolte all’insegna della dialettica e del confronto. Buona parte dei partecipanti in fondo era arrivata anche per la curiosità di quanto avvenuto sette sere prima e per vedere se i controlli si sarebbero ripetuti. C’era birra e voglia di chiacchierare. Ma non la musica, come detto: che in fondo da mezzanotte in avanti è ciò che in primis ha mosso la penna nell’esposto dei residenti. Ne è emerso un quadro disteso dunque. Con giovani che hanno voglia di ritrovarsi, forze dell’ordine che non vorrebbero più dover accorrere per le proteste dei residenti. L’impressione è che una mediazione tra la voglia di stare assieme ed il riposo di chi vive in quella zona si possa trovare. Non è escluso che in futuro possano anche esserci contatti e dialogo tra chi protesta e chi vuol far festa, per trovare il gusto equilibro. Sarebbe la cosa più sensata.

Niente rave party, dunque. Come qualcuno aveva pensato di etichettarli. “I ragazzi dello zoo dell’ippodromo”: così si sono definiti con una buona dose di sana ironia chi da diversi anni approfitta delle notti estive per ritrovarsi allo skate park. «Tutto è nato sin dalla inizio come un ritrovo di persone, stufe sella solita routine e vogliose di creare e trascorrere una serata diversa dalle altre». A raccontarlo è uno dei ragazzi che partecipano da lungo tempo e che ha visto l’iniziativa prendere forma: «Inizialmente queste persone erano poche ma l’aria che tirava in quelle serate era speciale: tutti amici insieme in un parco all’aperto con qualche birra ed un po’ di musica. Era una situazione rilassante e stimolante, non avevamo sborsato un soldo, non eravamo chiusi in una discoteca soffocante». «Da questo è partita l’idea - prosegue il ragazzo - perché anche le altre persone non vengono a godere di questa atmosfera? Cosi si è iniziata a spargere la voce e sempre più gente e accorsa». Nessuna figura “organizzatrice” e soprattutto nessun costo: «Queste feste non richiedono niente se non di partecipare a un grande incontro. E di ripulire tutto alla fine. Il fatto che non girino soldi è qualcosa che è fuori dal mondo comune e rende di più queste feste un incontro fuori dagli schemi. Ballare e divertirsi all’aperto è la manifestazione più grande di una libertà di cui tutti devono godere». Ma c’è un aspetto che più di altri i ragazzi dello skate park sottolineano: «Quelle feste valorizzano un luogo di città che altrimenti sarebbe inutilizzato. Le stesse persone che partecipano hanno cura del parco a differenza di quanto si dice in giro». Sulla musica, assicura, «Nell’ultimo anno era molto bassa, non poteva sentirsi dalle case». Ieri nemmeno c’era.

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