La cento chilometri dei tifosi del Cesena

Rimini

CESENA. Continua ad alzarsi l’asticella dei ringraziamenti ai “Dio Pallone” per l’ascesa in Serie A dell’Ac Cesena. Con imprse che uniscono il divertimento tra amici ad una buona dose di sana incoscienza tipica di chi gravita attorno all’universo del pallone in Romagna.

A dare il buon esempio (o cattivo, a seconda dei punti di vista) ci aveva pensato subito l’allenatore del team bianconero Pierpaolo Bisoli. Che nel breve volgere di poche settimane dallo spareggio di Latina ha prima scalato con la bici la distanza tra Cesenatico e Montiano. Poi si è lanciato in 4 “vasche” del porto canale di Cesenatico all’altezza del ristorante Urbano: con tanto di video che ha impazzato a lungo sul web del tecnico che si lamentava per la presenza di spigolose cozze a bordo del calane Leonardesco.

Di li in avanti, tra le cose più note, ci sono state una rampicata Gambettola-Perticara da parte di due amici podisti gambettolesi (42 chilometri tondi) e la spedizione notturna di un gruppo di temerari che ha coperto in poco più di 11 ore la distanza tra il bar Scacco Matto di Ponte Pietra ed il ritiro del Cesena ad Acquapartita.

Adesso invece c’è anche chi da 54 è passato a... 100 chilometri.

Quasi a voler dimostrare come non ci sia limite per la passione bianconera. Quattro cesenati appassionati di trekking (Thomas Biondi, Luigi Baiardi, Federica Bassenghi ed Enrico Macrelli), hanno manifestato il loro entusiasmo per la promozione percorrendo per intero la “Translagorai”, una classica alta via che attraversa l’intera catena del Lagorai, dal Passo Rolle alla Panarotta (zona di Levico Terme, ijn Trentino).

«Il percorso è stato suddiviso in 7 tappe - raccontano - dal 9 al 15 agosto per un totale di quasi 100 chilometri, con un dislivello di 4.700 metri in salita e 5000 metri in discesa».

Il tutto immerso in un ambiente fiabesco, ancora incontaminato, dove numerosi sono i resti del primo grande conflitto mondiale.

«L’assenza di rifugi in quota ha richiesto una grande capacità organizzativa, ottimo allenamento e buon equipaggiamento fatto di tenda, fornellino, sacco a pelo.... La traversata è stata condizionata dagli eventi atmosferici ostili che hanno caratterizzato alcune tappe; a causa del freddo, della pioggia e grandine».

Così altri due amici che avevano iniziato l’avventura (Gabriele Garavini e Lisa Babbi) hanno dovuto rinunciare a due giorni di trekking scendendo a valle anzitempo.

Spiega Thomas Biondi: «Abbiamo effettuato un’impresa che in certi momenti, anche a causa del maltempo, ci sembrava impossibile da portare a termine, ma con l’impegno, l’umiltà e la determinazione si possono superare ostacoli impensabili, un po’ come ha fatto il nostro Cesena che fino a pochi mesi fa ha rischiato di fallire, mentre ora si ritrova in Serie A».

Enrico Macrelli e Thomas Biondi tra l’altro non sono nuovi a queste imprese un po’ particolari e legate al calcio bianconero: nel 2010, quando ci fu la precedente promozione del Cesena in serie A, insieme all’amico Stefano Milini, andarono a portare la bandiera bianconera nel punto più in alto d’Europa, a Capo Nord in Norvegia, percorrendo 600 chilometri partendo da Rovaniemi, paese di Babbo Natale, in Finlandia. Impresa certificata da una foto con sciarpa rigorosamente del Cesena di babbo natale in persona.

«Noi - chiude Thomas Biondi - speriamo che i fioretti non finiscano qui...».

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