Contanti spariti: indagato un vigile

Rimini

CESENA. Agente di polizia municipale indagato per aver sottratto i soldi delle multe. Il caso riguarda il comando di Pm di Cesena dove, stando alle prime ricostruzioni effettuate dagli investigatori per conto del capo procuratore Sergio Sottani, avrebbe agito per lungo tempo un dipendente “infedele” che ritirava i soldi delle sanzioni senza poi versarli nelle casse del Comune.

Il caso è esploso in questi giorni ma a quanto pare ha radici profonde negli ultimi anni. Tanto che per ricostruire la vicenda sono state ascoltate molte persone e non è escluso che ne vengano ascoltate ancora altre nel tempo.

Ad occuparsi dell’inchiesta è direttamente il capo procuratore: sia per la sua delicatezza (nelle amministrazioni pubbliche e tra gli ufficiali di Pg si finisce nei guai seri per molto meno) sia perché al pronti via l’indagine è partita conto ignoti: fascicoli, quelli che all’inizio non hanno un nome preciso da iscrivere nel registro degli indagati, che passano sempre dal tavolo dei vertici della Procura. Ad indagare, per ora, sono stati i carabinieri della Pg della Procura stessa. Che hanno delegato parte del lavoro anche agli uomini dell’Anticrimine del Commissariato di Cesena, per il reperimento dei primi documenti necessari e per ascoltare alcuni potenziali testimoni tra i colleghi del vigile.

Ma come si faceva a sottrarre soldi visto che i pagamenti avvengono sempre tramite bollettino da pagare in posta o in banca? Il “trucco” è semplice e trova spiragli nelle maglie della legge. Secondo le normative l’unico caso in cui gli agenti sono obbligati a riscuotere immediatamente la sanzione è quando ci si trova a dover multare un’auto di targa straniera. Il motivo è di tipo amministrativo-logistico. Verso alcuni Paesi anche europei costerebbe di più fare una notifica che la sanzione stessa: sia in termini di spedizione che di tempo per rintracciare il trasgressore o il proprietario dell’auto. Per non parlare del fatto che uno straniero, ricevendo la multa a casa nel suo Paese, potrebbe anche facilmente stracciarla e non pagare: difficilmente ci sarebbero conseguenze per lui.

Così gli agenti quando si trovano di fronte ad una vettura simile, devono incassare o fermare il mezzo (qualsiasi esso sia, vettura o camion) ponendolo sotto sequestro cautelativo. Così tutti quanti pagano subito. Soprattutto a fronte di cifre non alte. Ci sono Paesi in cui nel mondo dell’autotrasporto, la “bustarella” al vigile o poliziotto di turno che ti ferma al posto di blocco è garanzia di non prendere la multa. Così capita a volte agli agenti italiani che assieme a libretto e patente richiesti, per le mani si trovino pure del contante: in una sorta di tentativo di corruzione che è poco in uso in Romagna.

L’agente che riscuote la multa da una vettura o da un camion con targa straniera, deve notificare la sanzione e segnare il “pagato”. Poi ha un mese di tempo per versare quanto riscosso nelle casse del Comando e di lì quindi al Comune per cui lavora.

L’indagine verte dunque su un agente che si sarebbe “dimenticato” di versare una buona fetta di sanzioni riscosse. Sia il quantitativo di soldi sottratti indebitamente che da quanto durasse questa pratica da parte dell’agente è ancora materia di indagine.

 

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