Stupro: si aggrava il quadro accusatorio

Rimini

CESENA. Resta in carcere Robert Jon Miai, 28enne rumeno senza fissa dimora accusato di aver stuprato una 36enne bulgara puntandole un coltello alla gola in un casolare abbandonato. Nell’udienza di convalida delle manette quei terribili momenti sono stati sviscerati nei minimi dettagli. E per l’uomo si sono aperte le porte anche per una denuncia per ricettazione.

Il 28enne - è stato detto dalla donna e ripetuto in aula dagli investigatori che hanno eseguito l’indagine, coordinati dal pm Michela Guidi - aveva conosciuto la 36enne bulgara (anche lei senza fissa dimora) in spiaggia, il pomeriggio prima dell’aggressione.

Come ha fatto la donna, in poche ore, a fidarsi di lui a tal punto da farsi portare nel casolare a Cesena dove è avvenuta la violenza? Il 28enne sembrava simpatico e tranquillo. Inoltre, la donna è stata tratta in inganno da altro. I due, dopo essersi conosciuti, hanno trascorso il pomeriggio assieme ad un altra coppia (uomo e donna, parimenti senza fissa dimora). E’ stata quest’ultima a calcare la mano sul fatto di poter dormire «tutti e quattro» a Cesena, nella casa abbandonata in via Assano, tra la zona Montefiore e lo stadio.

La vittima, vedendosi in compagnia di più persone e non avendo altro posto in cui andare, aveva accettato. In realtà, durante il viaggio in treno, la coppia è sparita. «C’è stato un controllo di polizia e non potevano farsi trovare», ha detto Robert Jon Miai alla donna, per giustificare l’allontanamento delle due persone che erano in loro compagnia. Così la donna si è fidata.

Arrivati a Cesena, i due hanno prima acquistato del cibo da asporto in un noto fast food. Poi sono andati nella casa. Qui, prima, l’uomo si è vantato di avere “arredato” la zona abitativa con del materiale di provenienza furtiva. Poi ha usato uno di quegli oggetti rubati - un coltello di un servizio d’argenteria - per minacciare di morte la donna e stuprarla. La donna si è liberata dal giogo del bruto solo verso le 6.30, quando è scappata di casa mentre lui dormiva e ha intercettato una guardia giurata, che ha poi chiamato il 113.

Prima dell’udienza davanti al gip, i poliziotti del Commissariato di Cesena hanno setacciato la casa dello stupro. All’interno hanno trovato un servizio d’argenteria, dei quadri ed altro materiale rubato mesi prima ad un ingegnere (che ora è deceduto), nella zona Vigne. Gli eredi dell’uomo stanno per identificare ufficialmente il materiale, che verrà dissequestrato e restituito.

Oltre alle accuse di violenza sessale aggravata, dunque, in futuro il 28enne dovrà rispondere anche della ricettazione di quelle cose rubate.

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