Tre condanne dopo il blocco dei Tir

Rimini

CESENA. Due furono subito arrestati. Altri tre finirono nei guai con accuse simili, ma denunciati nei giorni successivi e dopo una indagine da parte dei carabinieri. Nell’aula del Gip Camillo Poillucci si è svolto il processo in rito abbreviato.

Per i fatti della fine di gennaio 2012 che hanno avuto come palcoscenico la zona dell’autoporto a Pievesestina.

A presidio del blocco c’era ancora una cinquantina di camion il 23 gennaio 2012. Il fronte iniziava a spaccarsi ed un autotrasportatore rumeno voleva ripartire. In quel contesto due fratelli di origini siciliane ma residenti nel cesenate, Verga Marco e Luca, secondo le accuse per impedire al collega di riprendere la marcia gli tagliarono le gomme del camion. L’autista, capito cosa stava accadendo, fotografò i due intendendo forse mostrare le immagini ai carabinieri che erano costantemente a presidio dell’area. I due fratelli (difesi dall’avvocato Enrica Vasini) a quel punto affrontarono l’autista ritenuto potenziale “crumiro”. Strappatagli la macchina fotografica lo minacciarono di “fargliela pagare” se li avesse denunciati. Per loro, con accuse a vario titolo di danneggiamenti, rapina ed estorsione, scattarono subito le manette.

Poche ore dopo, denunciato, finì nei guai anche un 3° fratello. Angelo Verga. Rintracciò l’autista rumeno ed a sua volta, sempre stando alle accuse portate in aula dal pm Marilù Gattelli, lo minacciò nel tentativo di non fargli stilare accuse contro i parenti. Le indagini dei carabinieri non si fermarono. Grazie a delle immagini scattate dalla macchina fotografica dell’autista ed alla sua testimonianza, furono denunciati con accuse simili anche l’autista cesenate Antonino Mangia (difeso dall’avvocato Riccardo Luzi) e Sebastiano Cervini (difeso dall’avocato avvocato Saverio Agostini di Arezzo). I racconti dei fatti in aula e le testimonianze rese, anche se le motivazioni del giudice si conosceranno solo tra 45 giorni, paiono aver convinto il Gip a riqualificare alcune delle imputazioni ed a ritenere insussistenti i fatti contestati in altre. Di fatto l’accusa aveva chiesto pene oscillanti per tutti tra i 5 anni ed i 5 anni e mezzo. Alla fine solo i tre fratelli sono stati condannati: i due che furono arrestati ad un anno e 8 mesi (pena sospesa) ed il terzo a 3 mesi per le minacce successive. Assolti gli altri due autisti cesenati coinvolti a processo. Per i quali, evidentemente, testimonianze ed immagini non hanno sommato prove di colpevolezza alcuna.

 

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