Reddito di cittadinanza, a Cesena partenza senza assalti

Cesena

CESENA. Nessuna scelta da assalto alla diligenza agli sportelli Caf del territorio cesenate, e neppure alla sede Inps, nel giorno di apertura della presentazione delle domande per il reddito di cittadinanza. I disagi temuti da qualcuno non si sono verificati, anche perché i sindacati si sono organizzati per tempo e in due casi su tre non hanno neppure ancora iniziato a compilare i moduli: alla Cisl e alla Cgil si metterà concretamente mano alle pratiche solo nei prossimi giorni.

Uil

Lo sportello della Uil è invece entrato subito nella fase operativa, ma anche lì c’è stato solo un po’ più di movimento rispetto al solito. Dopo le richieste di informazioni ricevute nei giorni scorsi, gli operatori hanno avuto contatti con poco più di una ventina di persone, per lo più al telefono. Il paletto da cui si parte nei rapporti con gli utenti è l’Isee (il cui valore non deve superare 9.360 euro per nucleo familiare) e al Caf Uil hanno già stimato che circa un terzo dei 2.200 cittadini ce l’anno scorso hanno presentato la dichiarazione che attesta le loro condizioni economiche non superano il tetto massimo fissato per potere chiedere il reddito di cittadinanza. Fermo restando che non è certamente l’unico requisito necessario e quindi la platea costituita da circa 700 aspiranti fruitori finirà per ridursi. Inoltre c’è da aspettarsi qualche complicazioni per situazioni particolari, e in quel caso dovranno essere il Ministero e l’Inps a dipanare la matassa. Ma è inutile fasciarsi la testa prima del tempo: per ora le cose sono iniziate in modo tutto sommato tranquillo.

Cisl

Al Caf Cisl ci si è organizzati fissando appuntamenti e si metterà mano alle pratiche solo a cominciare da lunedì prossimo, in modo che di dovere chiarisca tra l’altro alcuni dettagli, visto che il decreto è in fase di approvazione da parte del Parlamento. Ieri a mezzogiorno erano comunque stati presi già 181 appuntamenti presso lo sportello cislino cesenate e 87 in quello forlivese.

Cgil

In casa Cgil la compilazione delle domande scatterà domani, al termine di una specifica formazione che ha coinvolto non solo gli addetti ma l’intera struttura sindacale, ma nei vari sportelli Caf sparsi nel comprensorio ci si è già accorti che non hanno le carte in regola per accedere al reddito di cittadinanza circa nove decimi delle persone che stanno chiedendo informazioni, che ultimamente oscillano tra circa 100 e 180 al giorno. In particolare, nell’opera di filtraggio che si sta effettuando, è emerso il frequente sfondamento del tetto massimo di depositi bancari e investimenti dei propri risparmi, che è stato fissato in 6.000 euro. A questo proposito negli ambienti della Cgil c’è anche un po’ di preoccupazione che in altri punti di assistenza alla compilazione dei moduli si tratti la questione con troppa leggerezza, facendo firmare agli utenti dichiarazioni che possono non corrispondere al vero, spesso non per malafede ma per insufficienti spiegazioni fornite: in caso di falso, sono state infatti previste pene pesantissime, che possono arrivare a 6 anni di carcere.

Una cosa è certa: l’opera dei Caf sarà fondamentale e gli operatori dovranno avere tanta pazienza, perché molti utenti sembrano smarriti e spesso si presentano agli sportelli con una documentazione incompleta.

Tempi e questione in alto mare

Chi presenterà domanda nel mese in corso dovrebbe ricevere una risposta sull’accoglimento o la bocciatura negli ultimi giorni di aprile. Dopodiché, se arriverà il via libera, le Poste invieranno un sms o una e-mail che darà le indicazioni per ritirare la card sulla quale, a partire dai primi di maggio, verranno caricati i soldi.

Si prevede che un terzo dei percettori del reddito di cittadinanza dovranno poi aderire al “patto per il lavoro”, precondizione per potere continuare ad avere il denaro. Su questo fronte siamo però ancora in alto mare, anche perché non è neppure chiaro quando e come potranno essere reclutati i famosi “navigator”, visto che su questo punto c’è persino un conflitto di competenze tra Regioni e Stato. Ma questa è un’altra storia..

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