Duemila firme per dire di no all'autostrada

Rimini

CESENA. Quasi duemila firme raccolte per chiedere 2 cose: che venga istituita un’autorità di garanzia e controllo per la messa in sicurezza e la manutenzione della E45; che venga interrotta qualunque attività relativa al progetto dell’autostrada a pedaggio che dovrebbe sostituirla fino a quando residenti e lavoratori interessati non siano stati informati e non si siano direttamente espressi su tale progetto. Una formulazione, quest’ultima, che preluderebbe ad un possibile referendum, o comunque ad una consultazione popolare.

Lunedì il pacco di fogli sarà consegnato al sindaco Paolo Lucchi, con cui è già stato fissato un appuntamento. E «sia chiaro che non andremo là ad ascoltare generiche promesse elettorali - avvertono due rappresentanti del comitato “E45 Bene Comune”, che si sta impegnando in questa battaglia - Vogliamo risposte chiare. Lucchi deve dirci se vuole realizzare l’autostrada privata a pagamento Orte-Mestre, visto che non abbiamo letto nulla in proposito né nel programma elettorale del 2009 né in quello appena preparato per chiedere di essere rieletto».

Ciò che vale per il primo cittadino in carica vale anche per i candidati suoi rivali e qualche risposta c’è già stata: «Natascia Guiduzzi ha firmato la petizione e Vittorio Valletta e Gilberto Zoffoli ci incontreranno per ascoltare le nostre ragioni».

Intanto, sul piano politico-istituzionale, il Quartiere Borello ha deciso all’unanimità di spalleggiare il comitato e la stessa decisione è stata presa dal Valle Savio, seppur con 2 voti contrari.

La posizione del gruppo “E45 Bene Comune” è chiara: prima di tutto si informino i cittadini, visto che «Quando David Veneti (consigliere del Quartiere Valle Savio, ndr) ha chiesto all’ufficio tecnico del Comune di visionare il progetto, gli hanno risposto che non c’è ancora alcun progetto»; poi si ascolti la volontà popolare.

Viene fatto notare che è una richiesta in linea con le parole pronunciate da un importante esponente del Pd, il ministro Andrea Orlando, che ha detto: «Non bisogna liquidare come ambientalismo del no chi si oppone, ma bisogna tener presente che c’è una saggezza locale e della tradizione che va ascoltata» e questo «significa investire nella partecipazione attiva della popolazione». D’altronde - osservano velenosamente i rappresentanti del comitato - è il tanto sbandierato principio della partecipazione di cui i Quartieri dovrebbero essere una delle massime espressioni, e invece «prima che ci mobilitassimo, non avevano ancora ricevuto alcuna informazione sulla Orte-Mestre».

Non mancano critiche nel merito della questione: «Perché trasformare in autostrada a pagamento (anche se il sindaco Lucchi e i colleghi della Valle del Savio hanno sempre ripetuto che per i residenti la percorrenza nel tratto locale sarebbe gratuita, ndr) una storica superstrada pubblica, che ha solo bisogno di essere messa in sicurezza e sottoposta a una manutenzione ben fatta e costante».

E l’obiezione che i soldi pubblici per questi lavori non ci sono? «Con i soldi di un solo aereo F35 - è la risposta - si installerebbero guard-rail di ultima generazione da Roma ad Orte. Poi, come si fa in Paesi civili all’estero, similmente a quanto avviene quando si pagano i ticket sanitari, si potrebbe chiedere un piccolo contributo, a ciascuno, come tassa di scopo. Credo che pagare 1 euro al mese per conservare una superstrada gratis e sicura non sarebbe la morte di nessuno».

Quanto alle opportunità di sviluppo economico verso i mercati dell’est Europa che si aprirebbero con la realizzazione del collegamento fino a Mestre, gli aderenti ad “E45 Bene Comune” fanno notare che si è specificato che «questa parte del progetto partirebbe per ultima, e poi non è neppure detto che andrebbe in porto, viste le forti resistenze che ci sono in Veneto».

Infine, oltre ai disagi enormi provocati da lavori la cui durata minima viene stimata in 10 anni, il comitato fa presente che «le uscite della nuova autostrada sarebbero molte meno degli svincoli attuali». Con la conseguenza che il traffico pesante dovrebbe percorrere strade ordinarie, inadatte e densamente popolate, per raggiungere le aree produttive di destinazione. Ciò porterebbe inevitabilmente smog, rumori, pericoli ed usura dell’asfalto. Infine, lo slogan più tagliente scelto dal comunicato - “Dalla superstrada della vergogna all’autostrada dei corrotti” - rende bene l’idea di un’altra contestazione fatta: la macchia di pesanti guai giudiziari già vissuti è ben visibile su più di uno dei grandi gruppi imprenditoriali e finanziari che hanno presentato il project financing per la Orte-Mestre.

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