Invasione di topi a Gattolino, il Comune di Cesena vuole un risarcimento per il danno d’immagine

Cercasi processo e risarcimenti
Per avere elementi utili per approfondire questo aspetto, da Palazzo Albornoz è partita la richiesta rivolta all’Ausl e alla polizia municipale di condurre una vera e propria indagine tecnica. In particolare, si punta a raccogliere informazioni e documenti relativi alle verifiche fatte in passato su quell’allevamento di piccioni.
L’obiettivo a cui si punta è quello di mettere assieme un apparato di prove (alcune ci sarebbero già) da trasmettere ai magistrati della Procura di Forlì. Con la prospettiva di avviare un procedimento penale, in cui il Comune di Cesena potrebbe costituirsi parte civile appunto per i gravi danni d’immagine provocati, per cercare di ottenere un congruo risarcimento. Perché Cesena è diventata per molti che non la conoscono “la città dei topi” e questo non è di certo un bel biglietto da visita. Tutto questo per colpa, secondo l’amministrazione, dell’incapacità e della trasandatezza di un piccolo imprenditore privato.
La colombaia nel mirino
In Comune sono infatti ormai certi che l’invasione sia partita dalla ormai famosa colombaia: i ratti avevano trovato lì un’abbondante fonte di sostentamento in quella attività fatiscente e a quanto pare gestita in modo tutt’altro che ottimale. Venuto meno il cibo che condividevano con i piccioni d’allevamento si sono riversati in massa verso i fossi lungo via Medri, invadendo a centinaia la strada. Finché non si è riusciti a debellarli moltiplicando esche con veleni “a scoppio ritardato”.
Prima di vincere la battaglia, i topi di Gattolino, ribattezzata sarcasticamente “Rattolino”, hanno però conquistato la ribalta non solo italiana (attirando anche sul posto diverse troupe televisive), ma addirittura internazionale. Per esempio, hanno richiamato l’attenzione dello storico giornale inglese “The Guardian” e del colosso della divulgazione scientifica “National Geographic”.
