E45, summit urgente, per il ponte a rischio crollo chiesta la “procedura Morandi”

Cesena

Dopo il blocco sulla E45 causato dal sequestro del viadotto di Puleto, nel territorio comunale di Pieve Santo Stefano, la situazione si è subito fatta drammaticamente complicata. Al tempo stesso, la richiesta che arriva dalle istituzioni e dalle forze economiche e sociali è semplice, che però non significa facile da attuare: servono «interventi urgentissimi per riaprire la circolazione sull’arteria stradale». Come? Attivando le stesse procedure speciali che sono state decise per il ponte Morandi crollato a Genova, con l’obiettivo di accelerare il più possibile i tempi dei necessari lavori di messa in sicurezza.

Summit urgente oggi a Cesena

Se ne parlerà in un summit d’emergenza che si terrà oggi alle ore 13 a Cesena, con il sindaco Paolo Lucchi e i colleghi della vallata del Savio, seduti al tavolo con il presidente della Regione Stefano Bonaccini, assieme ai rappresentanti delle imprese e dei sindacati. All’incontro sono stati invitati anche Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, città che dipende grandemente dalla E45 per assicurare i collegamenti verso e dal proprio porto, e rappresentanti dell’Anas, la società che ha tra le mani una patata bollentissima.

Al momento, quel che è certo è che il provvedimento drastico deciso dalla magistratura aretina ha interrotto i collegamenti tra Romagna e Toscana, con grossissimi problemi per entrambe le regioni e una spaccatura in due del traffico viario dell’intera Italia.

Chiesta la “procedura Morandi”

Ai parlamentari è stato quindi chiesto – dai sindaci delle zone coinvolte – di «fare ogni tentativo per guadagnare tempo nel risolvere questa difficilissima situazione. Non possiamo permetterci di aspettare i tempi di risposta di un’interrogazione e vi chiediamo quindi di farvi portavoce della nostra richiesta, già avanzata, di potere incontrare quanto prima il presidente del Consiglio Conte e il ministro Toninelli, al fine di poter attivare, così come è accaduto recentemente per la vicenda del ponte Morandi a Genova, una procedura di somma urgenza che metta immediatamente il Governo nelle condizioni di poter avviare i necessari lavori di messa in sicurezza. Vanno rapidamente reperite le risorse utili sia alla messa in sicurezza del viadotto, che alla strutturazione di una viabilità alternativa. Inoltre, crediamo necessario valutare anche se sia possibile, sempre ne rispetto delle norme di sicurezza, garantire sulla E45, da subito, l’apertura del traffico in modalità gestita e controllata».

Il presidente della Regione

Intanto ieri il presidente della Regione ha anticipato il suo punto di vista: «Ho pieno rispetto per il lavoro e le decisioni della magistratura, che peraltro si è mossa in via preventiva rispetto a ipotesi i cui esiti drammatici vanno evidentemente scongiurati – ha dichiarato Bonaccini –. Ora, però, bisogna agire immediatamente per fare fronte alle conseguenze e alle ricadute per i territori, per le famiglie e le imprese. Anas e ministero delle Infrastrutture devono attivarsi immediatamente per limitare i disagi, realizzando i necessari interventi di messa in sicurezza e per garantire una viabilità alternativa e comunque possibile e in sicurezza. Con sindaci, amministratori locali e parti sociali intendiamo definire subito ciò che serve, avanzare proposte concrete e chiedere un incontro urgente al ministro Toninelli, a cui diamo ovviamente massima disponibilità e collaborazione».

Dissidio tra Anas e magistrati

Intanto, è iniziato un braccio di ferro attorno al sequestro preventivo dell’infrastruttura nelle vicinanze di Valsavignone. La misura è stata chiesta dalla Procura e concessa dal gip di Arezzo, che ha ravvisato il rischio di un cedimento, ma dall’Anas sostengono che il ponte lungo 200 metri è sotto monitoraggio costante e non presenta danni strutturali. Perciò, secondo la società che ha in gestione la E45, la strada ora impercorribile tra Valsavignone e Canili di Verghereto potrebbe essere riaperta, con le dovute cautele e limitando il traffico. Non la pensano così i magistrati, che parlano di «criticità estrema» e «rischio collassamento» e anzi stanno puntando lo sguardo anche su altri punti che potrebbero essere a rischio.

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