Cesena, in "vendita" mattoni per restaurare il campanile crepato

Cesena

CESENA. Un mattone per il campanile? Costa 25 euro. Se poi ci fosse qualcuno pronto a metterne cinque, grazie a uno “sconto”, basterebbero 100 euro. E chissà che non ci sia qualche ricco benefattore disponibile a contribuire con 50.000 euro, la somma chiesta per sistemare, sempre simbolicamente ma in modo reale e tangibile, cinquemila mattoni. Se poi spuntasse fuori addirittura un mecenate con 200.000 euro da donare, il discorso sarebbe subito chiuso: è infatti questa la somma necessaria per restaurare la torre campanaria della chiesa di San Domenico.

L’incubo delle crepe

Provando a cavalcare l’onda dello spirito natalizio, la parrocchia retta da don Firmin ha appena lanciato un appello a tutte le persone che hanno a cuore il recupero di una struttura a cui bisogna mettere mano rapidamente. Da anni è evidente la presenza di grosse crepe, ben visibili anche a distanza. È vero che attraverso appositi vetrini-spia la situazione viene monitorata costantemente, per accertarsi che la situazione non peggiori. Ma è altrettanto vero che sempre più persone, a partire dalle famiglie degli alunni che frequentano la sottostante scuola elementare, sono preoccupate. E non si può avere la certezza che la stabilità non rischierebbe di essere compromessa da un’eventuale forte scossa di terremoto.

Già qualche anno fa l’amministrazione comunale, incalzata da relazioni dei vigili del fuoco e da lettere della Prefettura, aveva sollecitato a realizzare l’intervento di risanamento del campanile, che ha tre secoli di storia alle spalle. Inoltre, Graziano Castiglia ha inoltrato esposti in proposito, di recente rilanciati anche alla Soprintendenza, oltre che allo stesso Comune.

Nell’estate del 2017 dalla Diocesi erano arrivate rassicurazioni sul fatto che si sarebbe intervenuti utilizzando i fondi dell’otto per mille, ma evidentemente sono sorte difficoltà a finanziarie l’opera, almeno per intero.

Benefattori “pergamenizzati”

La sottoscrizione appena lanciata dalla parrocchia per raccogliere fondi per i lavori include il diritto di ciascun donatore di vedere il proprio nome scritto su una pergamena-ricordo. Un documento che verrà poi conservato, a futura memoria, negli archivi storici di San Domenico.

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