Kuwait: liberato il tecnico di Cesena della Cmc di Ravenna
Le autorità locali ormai erano certe che i due ultimi rappresentanti della ditta romagnola in Kuwait non potessero in alcun modo avere mandati di tipo economico con cui poter trattare direttamente.
Anche per questo i due sono stati fatti partire dal Kuwait dopo un tira e molla sfiancante soprattutto per i diretti interessati. Decollati di notte, Urciuoli è rientrato in Italia dopo aver fatto scalo a Istanbul.
I due erano stati “accusati” di aver sottratto un macchinario di lavoro e non aver pagato il dovuto ai subappaltatori del cantiere, accuse rimandate al mittente dagli interessati che avevano fatto presente come il macchinario fosse ancora al loro posto e i pagamenti da parte della Cmc in corso.
Urciuoli ed il suo collega hanno affidato ad un video i propri ringraziamenti rivolti a tutti coloro che li hanno assistiti nei momenti difficili: dalla carcerazione alla liberazione, ma senza possibilità di avere il passaporto e lasciare il Kuwait.
«Vorrei ringraziare tantissimo l’ambasciatore Scognamiglio, i dirigenti della nostra società, il ministro degli Affari esteri del Kuwait, l’onorevole Morrone, tutte le persone, amici, colleghi e familiari, che ci sono state vicine. E grazie anche ai giornalisti, a chi ha diffuso le nostre parole in maniera giusta e ci avete creduto non conoscendoci. Così come ringrazio tanto il sindaco di Cesena e l’assessore Lorenzo Zammarchi».
Paolo Lucchi ha girato a sua volta un grazie ufficiale anche al ministero degli Affari Esteri retto da Enzo Moavero Milanes. «Ho appreso dai Suoi uffici signor ministro - ha scritto Lucchi - che la vicenda che ha coinvolto in Kuwait il cesenate Andrea Urciuoli si è risolta positivamente, con l’eliminazione del blocco aeroportuale che gli era stato addebitato. Sapevo già, per il canale di comunicazione che lo stesso Urciuoli ha sempre mantenuto aperto con l’assessore del Comune di Cesena Lorenzo Zammarchi, suo conoscente, che la vicenda stava evolvendo verso un esito positivo. Con la presente desidero dunque ringraziarla per tutto quanto il suo Dicastero ha fatto affinché Andrea Urciuoli potesse tornare in Italia, com’era suo diritto».