Cesena, investito in auto dalla ex moglie, la donna condannata dal giudice

Cesena

CESENA. Contro di lui, un padre in fase di separazione, la ex moglie aveva costruito un castello di accuse volto ad impedirgli anche soltanto di vedere le proprie figlie minori. Per ripicca.

A distanza di quattro anni le pesantissime accuse della donna, che avevano condizionato in maniera decisiva anche il comportamento dei Servizi Sociali e degli organi pubblici preposti alla tutela dei minori, sono state tutte archiviate. Mente lei, ieri nell’aula del giudice Nunzia Castellano, è stata condannata per la seconda volta per lesioni. Anche ad una multa che, se non sarà subito pagata, le schiuderà le porte del carcere.

Un vero incubo quello del padre cesenate. Iniziato nel 2014. Non riportiamo il nome di nessuno dei protagonisti per un semplice motivo: ciò comporterebbe in automatico svelare chi siano le bambine (minorenni naturalmente) coinvolte in questa situazione di abusi e liti ad alta tensione.

In quel periodo la donna aveva già chiesto la separazione dall’uomo. E credeva di poter impunemente legittimare la richiesta con una raffica di denunce, cadenzate ad arte, per rendere più efficaci le proprie richieste davanti ai giudici in fase di rottura con l’ex marito.

Il marito è stato denunciato più volte per abuso di metodi correttivi. Ed anche il nonno paterno era colpito dalle accuse della donna (difesa dall’avocato Goffredo Grassi del foto di Napoli) addirittura per presunti episodi di violenza sessuale ai danni delle nipoti.

Si tratta di accuse che il padre ed il nonno (nel tempo difesi dall’avvocato Vanessa Pagliarani) si sono visti archiviare senza neppure passare dalla necessità di sostenere un processo.

Malgrado questo (a lungo supportata in tal senso dai servizi preposti comunalmente alla tutela dei minori), la donna è riuscita ad impedire per un lungo periodo (18 mesi circa) all’uomo di poter vedere le sue figlie.

L’episodio finito ieri in aula di udienza (pm Elisa Faenza a supporto delle tesi accusatorie della Procura) era il secondo per lesioni a carico della donna. Che già in passato era stata condannata a 6 mesi pena sospesa per degli schiaffi rifilati all’ex marito.

Nel caso esaminato ieri l’uomo, che non poteva vedere le figlie nemmeno nei giorni che erano stati sanciti per lui dal pronunciamento del giudice tutelare, si era recato all’uscita di scuola per scorgere le figlie e sincerarsi che stessero bene. La donna aveva travolto con l’auto l’ex marito: per 40 giorni di prognosi causati da una frattura ad una gamba. Il tutto nei pressi della scuola.

In aula per la donna la condanna è stata a 8 mesi di reclusione pena sospesa. E cinquemila euro di multa. La sentenza però è stata formulata dal giudice rendendo immediatamente esecutivo il pagamento della somma risarcitoria. Senza il pagamento per l’imputata non ci sarà la sospensione della pena e si apriranno le porte del carcere di Forlì.

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