Processo Cassa di Risparmio di Cesena, chieste condanne per tutti gli imputati

Cesena

CESENA. Chieste condanne per tutti gli imputati. Compresa l’attuale banca: che non è più Cassa di Risparmio di Cesena ma ora è stata assorbita da Credit Agricole - Cariparma. Condanne con due distinguo: per la parte apicale dei vertici della Carisp di allora che, proprio per il ruolo ricoperto, avrebbe secondo le tesi dell’accusa, avuto maggiori responsabilità nell’accaduto.

Ieri il processo agli ex vertici della Cassa di Risparmio di Cesena ha vissuto un momento chiave: la requisitoria del pubblico ministero. Nell’aula di Tribunale a Forlì dei giudici Giovanni Trerè (presidente) Dora Zambelli e Marco De leva, il pubblico ministero Francesca Rago ha in due ore e mezzo circa riassunto i motivi per i quali ritiene che tutti gli imputati debbano essere riconosciuti penalmente responsabili.

Sono stati chiamati a rispondere di falso in bilancio (relativamente al consolidato del 2012) e ostacolo alla vigilanza.

Il Pm ha chiesto una condanna ad un anno e 10 mesi di reclusone per Germano Lucchi, in qualità del presidente dell’allora Consiglio di amministrazione, e per il direttore generale Adriano Gentili: ritenuti in una posizione strategica all’interno dell’istituto e quindi potenzialmente più a conoscenza degli effetti delle movimentazioni di bilancio che hanno portato alle accuse di falso e ostacolo alla vigilanza.

Per Giovanni Maria Boldrini, Francesco Carugati, Pier Angelo Giannessi, Mario Riciputi, e Giovanni Tampieri, membri del cda, Vincenzo Minzoni e Luigi Zacchini, rispettivamente presidente e membro del collegio sindacale, il Pm Rago ha chiesto invece pene di un anno e due mesi di reclusione.

L’accusa ha chiesto la condanna anche dell’ente. Se i giudici dovessero decidere di punire per “omesso controllo” la società, ora non troveranno più Cassa d Risparmio di Cesena. Ma al suo posto un membro indicato da Credit Agricol - Cariparma.

La richiesta del pm è di punire “la banca” con 300 quote da versare allo Stato. Il valore delle quote deve essere eventualmente deciso dal giudice. Si può ipotizzare, comunque, che si tratti eventualmente di una cifra oscillante tra i 200 ed i 400 mila euro circa.

Nell’udienza di oggi la parola passerà alle più di 600 parti civili che si sono costituite, con davanti i vecchi azionisti.

Facile immaginare come per tutti la linea sarà quella di sposare le tesi che portano alle condanna elencate all’accusa. Dettagliandole ancor meglio, là dove possibile. Alle parti civili interessa particolarmente che in sede penale venga riconosciuta anche una condanna “minima” in termini detentivi. Cosa che spalancherebbe le porte ad un processo civile (per chiedere risarcimento) molto più agevole.

Le 639 parti civili entrate a procedimento sono tutelate dagli avvocati Grazia Angelucci, Vincenzo Bellitti, Bruno Barbieri, Gianluca Betti, Luca Ferrini, Alessandro Sintucci, Danilo Mastrocinque, Beatrice Capri, Antonio Baldacci e Grazia Angelucci, ci sono anche associazioni di difesa dei consumatori come Adulsbef, Codacons, Federcosumatori, Adicosum, Adoc.

È possibile che la giornata odierna di lavori lasci spazio anche alle prime arringhe difensive.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati dagli avvocati Marco Martines, Mariano Rossetti, Paolo Bontempi, Massimo Solaroli, Bruna Romagnoli, Luca Sirotti, Emanuela Orselli, Giovani Scudellari, Alessandro Melchionda).

Se il calendario verrà rispettato e non ci saranno particolarità temporali dal punto di vista delle repliche future, la sentenza potrebbe arrivare il 13 novembre.

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